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Indicazioni della Cei sulle celebrazioni per la notte di Natale

Per la s. Messa nella notte di Natale “sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto coprifuoco”. È quanto si legge nel comunicato finale del Consiglio permanente straordinario della Cei – svoltosi online il 1° dicembre scorso – che si è confrontato circa le prossime celebrazioni natalizie, in modo particolare sull’orario della Messa nella notte di Natale. I vescovi ricordano quanto scritto nel recente Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia: “Le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza. Questo, però, non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme”. Da qui “la certezza che sarà così anche per le celebrazioni del Natale, come peraltro avvenuto finora”. “Tenuto conto delle diverse situazioni”, è stato detto, “sarà cura dei vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno”.

“Speranza, gratuità e ascolto”: alla luce di queste tre parole, i vescovi hanno analizzato la situazione del Paese, provato dall’emergenza sanitaria e dalla conseguente crisi sociale ed economica. “In questi tempi dolorosi e difficili, allo sconforto si è aggiunta per molti la paura, che se da un lato ha visto un rinnovato ritorno alla fede e alla preghiera, allo stesso tempo, di fronte al dolore innocente, rischia di scivolare nel timore di pregare invano”, l’analisi dei vescovi, secondo i quali “contro la rassegnazione, la disaffezione, la disperazione, la Chiesa deve essere esempio di unità, di saldezza, di stabilità”.

Dall’emergenza sanitaria, per la Cei, “si deve uscire con un cuore più aperto a Dio e agli altri, con una fede e una speranza più vive, una carità più operosa e solidale”, con una Chiesa “al servizio di un’economia fraterna e di una politica di fraternità”. Perché “la rinascita, che tutti auspichiamo e a cui tutti – Pastori, istituzioni politiche, economisti, associazioni laicali – dobbiamo contribuire, non può essere solo economica e sociale, ma anzitutto spirituale e morale”.

 

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