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Consulta diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro: una riflessione sulle prossime elezioni politiche

 

Documento sulle elezioni politiche 2022

a cura della

Consulta diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro

Diocesi di Fidenza

 

Il presente documento vuole essere un momento di riflessione che i laici della Consulta Diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro della Diocesi di Fidenza mettono a disposizione dei cittadini e di tutti i candidati alle prossime elezioni politiche del 25 settembre 2022.

 

PREMESSA

“La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perchè cerca il bene comune” con queste parole di Papa Francesco tratte da Evangelii Gaudium n.205 vogliamo riaffermare come cristiani che riteniamo l’esercizio della politica, un esercizio necessario se ricerca il bene comune, la pace e la prosperità dei popoli. Per queste ragioni vogliamo fare sentire la nostra voce non come una rivendicazione sterile “di parte” , ma come un contributo al dibattito che sta avvenendo nel Paese tra i partiti , ma anche tra i cittadini preoccupati del futuro , già messo a dura prova dalla pandemia e ora dalla guerra in Ucraina , una guerra di cui non si vede la fine e che ha svelato ancora di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto siamo interconnessi, quanto un avvenimento in una parte del mondo anche distante da noi non è più un problema di altri, ma è anche un nostro problema. In questo scenario devastante il nostro paese affronta il massimo esercizio della democrazia: il voto, di cui nessuno dovrebbe temere.

LE SFIDE CHE CI ATTENDONO

In questi giorni l’elenco delle sfide che ci attendono è sulla bocca di tutti i partiti politici ed è chiaro a tutti i cittadini, ognuno ha la propria soluzione che deriva dai valori di cui ogni partito è portatore. Proviamo anche noi ad elencarne qualcuna  cercando di portare il nostro contributo facciamo qualche proposta che nasce da incontri, riflessioni e studi della Chiesa Italiana .

RIPENSARE L’AZIONE POLITICA

E’ netta  la sensazione che diserteranno il voto un gran numero di cittadini , fenomeno in crescita negli ultimi anni, me nelle ultime tornate elettorali prepotentemente alla ribalta. Perchè una parte dei cittadini non si reca alle urne? Molti cittadini non si sentono rappresentati e non sentono rappresentate le proprie istanze, le proprie preoccupazioni , non necessariamente questi sono i giovani come spesso si è tentati di credere, sono i cittadini che si rifugiano nel privato, che anche incosapevolmente rilasciano una delega in bianco , che non ritengono che il loro protagonismo sia utile che vedono nella politica rissosa e chiassosa qualcosa che non interessa  e si rassegnano ad “un tanto non conto nulla, ”. Ripensare e riprogettare l’azione politica è una necessità urgentissima proprio se si vuole riavvicinare i cittadini. L’astensionismo non si batte con gli slogan, occorre restutuire agli elettori il diritto di scegliere le persone a cui affidare la propria fiducia, possibilità oggi fortemente limitata dall’attuale sistema elettorale. E’ necessario riscoprire il confronto sui contenuti , il dialogo e la ricerca dei punti di mediazione indispensabile per l’effettivo avvio di percorsi volti alla costruzione del bene comune. Il dialogo  va rafforzato se parliamo di riforme costituzionali che non possono essere di parte, ma che rappresentano un patrimonio di tutta la nazione , le soluzioni vanno ricercate senza cadere nella tentazione “della prova di forza”. Va compiuto ogni sforzo per tornare ad una democrazia partecipata e partecipativa coinvolgendo la società civile probabilmente anch’essa in parte sopita dal clima generale, ma che ha ancora al proprio interno gli anticorpi ad una poltica di rimessa che pensa solo al “qui ed ora” e non esercita un pensiero lungo e creativo capace di immaginazione e di sogno.

LE POVERTA’

Saremo tutti più poveri, ma sicuramente una parte della popolazione è e sarà ancora più povera di altri, i numeri si sprecano a noi basta avere la consapevolezza di quante persone,di tutte le estrazioni sociali ,si sono rivolte alla Caritas diocesana per essere aiutati . Vogliamo qui richiamare l’attenzione sulle tante povertà che riscontriamo nel nostro agire quotidiano partendo dalla povertà educativa che colpisce moltissimi minori anche nel nostro agiato territorio. Quando parliamo di povertà educativa non parliamo solo di ragazzi che non terminano il percorso scolastico,ma di ragazzi/ragazze che non hanno le stesse opportunità di altri coetanei per le più svariate ragioni a loro va assicurato un futuro in cui riescano a trovare il “loro posto nel mondo”, parliamo di asili nido , di scuole dell’infanzia e della possibilità di assicurare a tutti la libertà dell’istruzione , la possibilità di fare sport e di esercitare la creatività. Un paese che non scommette sui propri figli è un paese senza futuro. Per questo è necessario un impegno costante e non sporadico sui sistemi scolastici e extrascolastici che vanno potenziati e arricchiti, puntando sulla formazione e valorizzazione anche economica degli insegnanti , degli educatori, e di tutte quelle figure di adulti che possono mettere al servizio del mondo dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti ,le loro competenze, lavorando con le Regioni e mettendole in grado di fare di queste politiche un fare stabile nel tempo. Naturalmente c’è la povertà economica di tantissime famiglie e non solo per mancanza di lavoro, ma a volte per un lavoro sottopagato, non in regola, discutibile anche dal punto di vista della dignità della persona. C’è il rischio concreto di un forte peggioramento delle condizioni economiche di tante persone e famiglie a causa dei fattori di crisi che caratterizzano questa fase storica. E’ compito della buona politica agire per rimuoverne tali cause e  per adottare misure di sostegno che partono dal bisogno e che hanno come punto di riferimento un criterio di equità sociale, nella pratica attuazione del concetto “a ognuno secondo il proprio bisogno, da ognuno secondo le proprie possibilità”.

LA TUTELA DELLA FAMIGLIA  DELLA  VITA E DELLA FRAGILITA’

La famiglia è uno delle ricchezze più preziose di un paese , in Italia sappiamo che la denatalità sta raggiungendo livelli preoccupanti e che mentre qualche anno fa era pareggiata dalla nascita di bambini non italiani ora anche queste nascite sono diminuite. Non sono più riviabili provvedimenti legislativi a sostegno delle famiglie giovani che intendono avere figli , l’assegno familiare unico di recente varo, va nella direzione giusta ma non basta . Per sotenere le giovani coppie è necessario ripensare ai servizi per la prima infanzia ( nidi e scuole materne) aumentando il numero dei posti disponibili e favorendo la frequenza dei bambini anche agendo  sulle rette, in particolare dei nidi. Occorre potenziare, in accordo con le Regioni che già stanno facendo molto su questo tema, i servizi di prevenzione che lavorino sul benessere delle famiglie in situazione di normalità. E’ necessario ripensare agli strumenti di conciliazione dei tempi di vita, di cura e di lavoro sostenendo anche economicamente interventi in collaborazione con il mondo imprenditoriale che ne trarrebbe beneficio in una logica di pari opportunità per non far ricadere tutto il peso della cura sulle donne. Per il sostegno al formarsi di una famiglia è necessario ripensare all’accesso alla casa e naturalmente al tema del lavoro dignitoso , stabile e giustamente remunerato ( vedi capitolo sul lavoro di questo documento). La vita va tutelata sempre fin dal suo inizio e fino alla conclusione naturale di ogni vita nel rispetto della dignità di ognuno assicurando accoglienza e cura delle persone svantaggiate e fragili, disabili, anziani e minori.

IL LAVORO

Il lavoro è il mezzo per la realizzazione della persona umana ce lo dice la Dottrina Sociale della Chiesa già dai suoi primordi , il lavoro è cambiato non è più quello classico della fabbrica, la pandemia ha provocato ancora cambiamenti ne pensati ne progettati , ma avvenuti per causa forza maggiore. Ripensare al tema del lavoro ci sembra una delle priorità per la prossima legislatura facendolo insieme ai lavoratori e al mondo imprenditoriale esercitando l’ascolto attivo , un ascolto delle parti che mette al centro la dignità del lavoro, la competenza e la collaborazione, senza dimenticare il tema della sostenibiltà. Occorre creare le condizioni perché i rapporti fra i soggetti del mondo del lavoro sia improntati al criterio della partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, non solo in termini di mera prestazione ma anche di coinvolgimento e responsabilizzazione sulle politiche di impresa. Parallelamente, l’attività imprenditoriale deve acquisire sempre più la consapevolezza del ruolo sociale che le è proprio, evitando tutte quelle situazioni che non riconoscono all’uomo-lavoratore la sua piena dignità e rispetto.

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Su questo tema vogliamo soffernarci. Tutti parlano di temi ecologici, della transizione ecologica, della salvaguardia del territorio. Siamo uleriormente spinti verso questa problematica dal rincaro delle materie prime. Ma cosa significa veramente ? Quanto la politica è pronta a fare davvero per andare verso un pianeta più pulito che già ci ha dato e ci sta dando segnali molto preoccupanti ? Lo può fare senza l’apporto convinto dei cittadini ? La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante e siamo in possesso di tecnologie e scoperte inimmaginabili qualche tempo fa eppure tutto sembra complicato e difficile. Le gionate delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani di Taranto nel 2021 hanno dimostrato nei fatti e con le buone pratiche che è possibile rendere il mondo un posto migliore ma non senza l’aiuto dei cittadini facciamo qualche esempio: le comunità energetiche, la cura minuziosa del territorio.,mancano le norme che possano accompagnare questi cambiamenti con facilità ripensando alla burocrazia in primis, semplificando i meccanismi autorizzativi e potenziando i controlli. Occorre avere la consapevolezza che la transizione ecologica in un mondo globalizzato e nella condizione di dipendenza energetica del nostro Paese, richiede tempi non brevi e la necessità di contemperare lo sviluppo delle fonti ecosostenibili con il graduale contenimento delle fonti tradizionali, senza rinunciare a priori all’impiego di  quelle tecnologie che consentono la compatibilità di tali fonti con l’equilibrio ambientale.

L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI

Guardandci intorno non possiamo non capire che il nostro Paese è già un paese multietnico e ancora tante persone provenienti dai tanti paesi del mondo bussano ai nostri confini, non è un fenomeno passeggero ma un vero proprio esodo dei poveri del mondo verso i paesi considerati ricchi dove è possibile  costruire un progetto di vita migliore per sè e per la propria famiglia. Come dice il Papa in “Fratelli Tutti” (121) “ Nessuno può rimanere escluso, a prescindere da dove sia nato, e tanto meno a causa dei privilegi che altri possiedono per esser nati in luoghi con maggiori opportunità. I confini e le frontiere degli Stati non possono impedire che questo si realizzi”.Le politiche sul’immigrazione non potranno prescindere da due capisaldi: la politica dell’emigrazione non può più essere nazionale, ma deve coinvolegere tutta l’Europa, la necessità di basare le politiche per una buona immigrazione su un elemento distintivo: il rispetto di ogni persona , l’integrazione basata sulla necessità del riconoscimento  del valore dell’altro della loro cultura e delle loro storia , sulla necessità di garantire l’esercizio del lavoro in condizioni di legalità e come fattore di sicirezza. Occorre pensare senza preconcetti al tema del diritto di cittadinanza soprattutto per i ragazzi e le ragazze nati nel nostro paese o che in Italia hanno studiato e stanno studiando , molti giovani di seconda generazione stanno dando un importante contribito di sviluppo al nostro Paese.

L’URGENZA  DELLA  PACE

La guerra che stiamo vivendo e che ormai non è più nemmeno una notizia di prima pagina, facendo passare  l’idea che ci si può abituare anche a quella era una cosa inimmaginabile solo qualche mese fa. La politica fino ad ora ha dato risposte di aiuti militari, certamente importanti per aiutare un paese sicuramente invaso , ma contemporaneamente dopo un iniziale e serrato sforzo diplomatico oggi sembra ,almeno apparentemente, che la diplomazia si sia arresa, è necessario riprendere con forza lo sforzo diplomatico internazionale che costringa le parti a trovare le soluzioni per arrivare  alla pace duratura. La pace è un interesse di tutti.

CONCLUSIONI

Spesso la politica e i candidati hanno fatto promesse elettorali che si sono rivelate solo promesse nella speranza forse che dopo le elezioni tutto finisca nell’oblio.

Ai candidati e poi agli eletti chiediamo promesse realizzabili , concrete , fatti e leggi a cui seguano i regolamenti attuativi , decisioni assunte e concretizzate per questo chiediamo una scolto dei territori non sporadico ma continuo .

Ci impegnamo a essere vigili sulle realizzazioni delle promesse, senza stare alla finestra ,ma a fare proposte e a continuare nel nostro impegno sociale per i bene del nostro territorio.

                                                                                                         

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