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Martina Pacini

Sabato 13 maggio incontro con gli incaricati dell’8xmille

Con l’inizio della campagna dell’8xmille promossa dalla Chiesa cattolica, l’incaricato diocesano per il “Sovvenire” Giovanni Bardi insieme al collaboratore Giovanni Amore promuove un incontro presso il centro interparrocchiale di San Michele a Fidenza sabato 13 maggio alle ore 16.30. Sarà una preziosa occasione di incontro per tutti gli incaricati parrocchiali per rafforzare la rete del “Sovvenire” e consentire la promozione sul territorio del sistema che permette alla Chiesa di sostenere i propri sacerdoti e svolgere importanti attività caritative e pastorali. Sarà inoltre l’occasione per sensibilizzare tutta la comunità cristiana ad una maggiore corresponsabilità, sia nella promozione che nella raccolta delle firme 8xmille e delle offerte per il sostentamento del clero. Quella che viene lanciata è una sfida che potrà essere vinta solo con l’aiuto di tutti: si tratta infatti di una forma di partecipazione alla vita della Chiesa e alle sue necessità.

L’incontro è aperto a chiunque desideri partecipare o ottenere le giuste informazioni sull’8xmille.

Ucid in preghiera con i frati Cappuccini “450 anni insieme: la bellezza di una storia”

La sezione fidentina dell’UCID ha organizzato per venerdì 12 maggio un momento di interesse religioso e culturale dal titolo “450 anni insieme: la bellezza di una storia”. In occasione dell’anno giubilare per la presenza dei 450 anni dei frati Cappuccini a Fidenza (1573-2023) e i 50 anni di vita parrocchiale (1973-2023), viene promosso un momento di preghiera seguito da una visita guidata alla chiesa ed al convento dei frati.

Questo il programma:

alle ore 18.30 partecipazione alla s. Messa durante la quale sarà possibile ricevere l’indulgenza plenaria secondo le condizioni previste dalla bolla giubilare. A seguire visita guidata alla chiesa ed al convento a cura di p. Stefano Cavazzoni. Concluderà la serata un momento conviviale presso i locali della parrocchia.

Per motivi organizzativi è opportuno segnalare la propria presenza scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

La testimonianza di suor Franca, per 20 anni missionaria in Perù

Pubblichiamo di seguito la testimonianza che suor Franca Davighi (Piccole Figlie) ha rilasciato al nostro settimanale diocesano.

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Sono da poco rientrata in Italia dopo 20 anni di missione in Perù e più precisamente a Huacho, cittadina posta geograficamente sulla costa dell’Oceano Pacifico, 150 Km a nord di Lima.

La missione, ubicata sul colle di Manzanares alla “periferia” est della città, è vastissima ed essendo una zona di deserto è aperta al flusso migratorio interno, dal nord del Perù alla costa.

Quando nel 2003 sono arrivata alla missione ho conosciuto e toccato con mano la povertà di quel mondo: mancanza di servizi igienici e sanitari di prima necessità come acqua corrente, rete fognaria, corrente elettrica, rete stradale… Le strade sono impervie e abbandonate all’incuria perché non asfaltate. Le abitazioni, prive di finestre, sono malsane e vengono costruite sulla sabbia utilizzando giunco.

Il quadro sociale è rappresentato nella maggior parte da famiglie numerose, costituite da conviventi e più spesso da madri nubili con figli a carico.

Il lavoro è precario e scarsamente remunerato: pescatori a giornata, braccianti, aiutanti muratori, piccoli venditori ambulanti.

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In questo contesto, il primo intervento è stato quello di dare risposta ai bisogni reali, come garantire la colazione ai bambini prima della scuola. Quindi si è provveduto a fornire ciascuno di una divisa scolastica, come richiesto dalle autorità. Grazie alla fitta rete di solidarietà, le Caritas di Salsomaggiore, di Busseto e di Parma ci hanno permesso di realizzare questo primo segno che rappresenta il riconoscimento di uguale dignità di tutti i bambini.

Credendo fermamente nel valore della cultura, premessa fondante alla formazione della persona con principi umani e cristiani, abbiamo aperto, con l’aiuto della Provvidenza, casa “Betania”: un centro di accoglienza nel dopo scuola, un luogo di amicizia e svago, ma anche di catechesi attiva e concreta, culminante in giornate di spiritualità per i ragazzi della Cresima e per le giovani della “Bareka”.

Con il passare degli anni lentamente le condizioni dei servizi pubblici sono migliorate, entrando finalmente in funzione.

Anche le relazioni interpersonali con le famiglie, i giovani, i ragazzi e i bambini sono diventate stretta quotidianità, giungendo ad essere sempre più personali e profonde, sempre più aperte verso la ricerca della verità, attraverso il rispetto e la disponibilità al servizio gratuito.

Così, in quegli anni intensi e operosi, si configura non solo una rete familiare ma una vera “comunità cristiana” che ha il suo centro nella nostra cappella “Anna-Eugenia”, casa comune in cui sentirsi popolo amato  di Dio.

La strada, che ha permesso di camminare con la gente, ha alimentato la grande passione missionaria ed è stata strumento di incredibili opportunità di dialogo, di ascolto, di consolazione e perdono.

“Va dai miei fratelli e di’ loro…”  essere annuncio della Buona Parola, Amore che riscatta e salva, ha dato senso al nostro essere e divenire quotidiano.

Una attenzione particolare è stata riservata alla visita di famiglie con persone portatrici di handicap. I loro volti, i loro sorrisi sono impressi nel mio cuore. Yhon, Erika, Alejandro, Lia, Angelo, Luis, Carlos … sono la tenerezza del Padre. “Lo avete fatto a me” è la risposta esaustiva e appagante del mio essere dono Suo.

Ora che sono in Italia non tutto è finito, la passione per i fratelli più piccoli e deboli, più poveri e soli è la Passione di Cristo in ogni tempo e luogo che faccio mia.

“Va dove ti indicherò, annuncia ciò che ti dirò, non avere paura Io sono con te per proteggerti”.

La dimensione eucaristica e mariana della mia spiritualità è la forza, il fuoco che anima il mio andare ai fratelli. E’ la mia vita di piccola figlia dei Sacri Cuori.

“Vergine di Nazareth … insegnami a  contemplare Colui che hanno trafitto per essere tra i fratelli segno del Suo amore. Insegnami ad abbandonarmi alla forza dello Spirito, perché si rinnovi in me il mistero dell’Incarnazione e la mia vita, come la tua, sia un canto di lode alla Trinità”.

                                                                    Suor Franca pf

Fine dell'emergenza sanitaria: la lettera della Presidenza CEI

Pubblichiamo il testo della Lettera inviata dalla Presidenza della CEI ai Vescovi circa l’annuncio dell’OMS sulla fine dell’emergenza sanitaria pubblica per il Covid-19. 

Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condividendo l’indicazione dell’apposito Comitato tecnico, ha annunciato lo scorso 5 maggio che il Covid-19 non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.
È stato un tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica. Esprimiamo sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che con dedizione e mettendo a rischio la propria vita si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid-19 e per tutti coloro che, in qualsiasi maniera, hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi: amministrazioni pubbliche, forze dell’ordine e di vigilanza, personale della scuola, lavoratori impegnati nelle attività primarie, operatori della comunicazione, imprenditori, operatori pastorali e quanti si sono prodigati per la sicurezza degli ambienti della Chiesa, e tanti semplici cittadini.
Vogliamo ricordare le tante persone che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero. Come ha suggerito Papa Francesco con insistenza, anche per loro dobbiamo con responsabilità e determinazione affrontare le tante sfide, nella consapevolezza che siamo sulla stessa fragile barca.

Accogliendo la comunicazione dell’OMS, segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria.

Resta salva la possibilità per i Vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi.
Riteniamo sia altresì opportuno che cessino, o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming.

Le attività presso strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali seguiranno le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono.

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