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Martina Pacini

Don Benjamin Ayena ha ricevuto, dopo 18 anni di presenza nel nostro Paese, la cittadinanza italiana

Giovedì 20 ottobre in municipio a Fidenza il parroco di Pieveottoville don Benjamin Ayena ha ricevuto, dopo 18 anni di presenza nel nostro Paese, la cittadinanza italiana.

Il sindaco Massimo Spigaroli, a nome dell’Amministrazione Comunale di Polesine-Zibello e della cittadinanza ha espresso sincere felicitazioni a don Benjamin porgendogli il più grato benvenuto tra i cittadini italiani. “In questa occasione è anche doveroso esprimere a don Benjamin un sincero grazie per il ministero fecondo, prezioso e bello che sta portando avanti nella nostra comunità di Pieveottoville così come in quelle vicine di Ragazzola e Stagno Parmense” ha sottolineato il sindaco Spigaroli.

“Arrivato in Italia il 20-10-2004, giorno per giorno dopo 18 anni sono diventato un cittadino italiano. Vorrei ringraziare in questo giorno speciale Dio per la mia vocazione: arrivare in Italia non è una scelta mia ma è la risposta alla mia vocazione sacerdotale in un cammino iniziato già in Togo, mio Paese di origine nel 2002, che mi ha portato qui. Ringrazio mons. Philippe Kpodzro, Arcivescovo emerito di Lomé, e tutti i vescovi di Fidenza dal 2002 ad oggi che mi hanno accolto e rinnovato la loro fiducia. Ho ricevuto in questi giorni tanti messaggi di auguri e complimenti. Uno fra tutti che mi ha fatto riflettere molto dice: “non dimenticare mai la tua origine e la tua cultura” e questo mi fa porta a comprendere come da questa seconda cittadinanza derivi una doppia missione: difendere la cultura togolese e quella italiana nel mondo. Ringrazio quanti mi hanno accompagnato in questi anni in Italia: nella foto possiamo infatti vedere i rappresentanti delle comunità dove sono stato dal 2002 ad oggi: San Paolo a Fidenza, Sant’Antonio a Salsomaggiore Terme, “Amici del Togo” di Fidenza e attualmente unità pastorale di Pieveottoville, Ragazzola e Stagno. Nella fede in Dio possiamo davvero dire che siamo cittadini del mondo e per questo dobbiamo volerci bene” ha sottolineato don Benjamin.

1 e 2 novembre, le celebrazioni nella cappella del cimitero

Riportiamo le s. Messe che verranno celebrate presso la cappella del cimitero di Fidenza l’1 novembre (solennità di Ognissanti) e il 2 novembre (commemorazione dei defunti).
L’1 novembre s. Messa alle ore 15.30 presieduta dal Vicario generale della Diocesi, don Gianemilio Pedroni.
Il 2 novembre s. Messe alle ore 9, 10 e 11.
Nel pomeriggio alle ore 15.30 s. Messa presieduta dal Vescovo Ovidio, preceduta dalla recita del s. Rosario.

Il prof. Franco Mosconi ospite dell’Ucid

Venerdì 28 ottobre con inizio alle ore 19 presso la sala conferenze dell’hotel “The Cube” avrà luogo l’incontro promosso dalla sezione diocesana dell’Ucid con il prof. Franco Mosconi, docente nei corsi di “Economia e politica industriale” e “Scenari industriali e monetari” presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma. Autore di numerose pubblicazioni e studi approfonditi circa l’evoluzione del mondo industriale e dei relativi scenari economici, il relatore incontrerà i soci del sodalizio per un dialogo con loro sulla situazione attuale e sulle prospettive future che ci interessano da vicino.

Il tema al centro della conferenza è il seguente: “Quale situazione economica si prospetta per le nostre aziende e le nostre famiglie tra guerra, emergenza energetica e transizione ambientale?”.

Al termine il relatore si intratterrà con i presenti e risponderà alle domande.

Il premio “Don Amos Aimi” ai tre autori del volume “La chiesa dei gesuiti a Borgo San Donnino (1722-2022)"

Il premio “Don Amos Aimi” è stato assegnato ai tre autori del volume “La chiesa dei gesuiti a Borgo San Donnino (1722-2022)”: Riccarda Cantarelli, Massimo Galli e Graziano Tonelli. La commissione giudicante ha così motivato l’assegnazione del riconoscimento: “A 300 anni dalla consacrazione della chiesa dei gesuiti, tre autorevoli studiosi propongono un’accurata analisi di Borgo nei secoli XVI e XVII quando i Farnese, contemporaneamente alla demolizione delle mura, destinarono somme ingenti per la costruzione di un nuovo edificio. Gli autori hanno così delineato una storia che diventa teatro della memoria”.

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