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Martina Pacini

Giovanni Paolo I sarà presto beato

Sarà presto beato Giovanni Paolo I.

Il Papa, infatti, ha ricevuto in udienza il card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l’udienza – ha reso noto la Sala Stampa della Santa Sede – il Santo Padre ha autorizzato la citata Congregazione a promulgare i decreti riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo I (Albino Luciani), Sommo Pontefice; nato il 17 ottobre 1912 a Forno di Canale, (oggi Canale d’Agordo, Italia) e morto il 28 settembre 1978 nel Palazzo Apostolico (Stato della Città del Vaticano); il miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Berenice Duque Hencker (al secolo: Anna Giulia), fondatrice della Congregazione delle Piccole Suore dell’Annunciazione; nata il 14 agosto 1898 a Salamina (Colombia) e morta il 25 luglio 1993 a Medellín (Colombia); il martirio dei Servi di Dio Pietro Ortiz de Zárate, sacerdote diocesano e Giovanni Antonio Solinas, sacerdote professo della Compagnia di Gesù, uccisi in odio alla fede il 27 ottobre 1683 a Valle del Zenta (Argentina); le virtù eroiche del Servo di Dio Diego Hernández González, sacerdote diocesano, nato il 3 gennaio 1915 a Javalí Nuevo (Spagna) e morto il 26 gennaio 1976 ad Alicante (Spagna); le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Spoletini (al secolo: Rocco Giocondo Pasquale), sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori, nato il 16 agosto 1870 a Civitella (oggi Bellegra) e morto il 25 marzo 1951 a Roma; le virtù eroiche della Serva di Dio Maddalena di Gesù (al secolo: Elisabetta Maria Maddalena Hutin), fondatrice della Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù, nata il 26 aprile 1898 a Parigi e morta il 6 novembre 1989 a Roma; le virtù eroiche della Serva di Dio Elisabetta Martinez, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Santa Maria di Leuca, nata il 25 marzo 1905 a Galatina e morta l’8 febbraio 1991 a Roma.

La testimonianza del rifugiato cristiano eritreo Aklilu Zerai

Nel corso della celebrazione eucaristica per la festa patronale di San Donnino Martire l’assemblea ha ascoltato commossa la testimonianza di Aklilu Zerai.

Queste le sue parole. “Sono nato e cresciuto in Eritrea, ma nella mia terra non c’è posto per i diritti umani, per la libertà di pensiero, per il rispetto della legalità. Ho fatto di tutto per fuggire: dall’Eritrea al Sudan e poi in Libia, dove scafisti senza scrupoli ti sfruttano e le autorità civili ti rinchiudono in luoghi di detenzione dove la tortura è di casa. E la condizione delle donne è ancora peggiore: umiliate, picchiate, stuprate senza alcuna difesa. Finalmente, dopo tanti tentativi falliti che mi hanno portato sull’orlo della disperazione, siamo riusciti ad arrivare in Italia: mia moglie Saba nel settembre 2004, io due mesi dopo. Sono stato ospite del centro di accoglienza di Lampedusa e poi a Caltanissetta, mentre mia moglie era a Matera: lì l’ho raggiunta e così abbiamo potuto ricongiungerci. Nell’aprile 2005 è nato Emanuele, un segno di speranza che ci ha dato la forza di continuare a lottare pur in mezzo a mille difficoltà. Ma la vera accoglienza l’abbiamo vissuta a Fidenza con don Camillo, il centro di ascolto Caritas e la parrocchia di s. Maria Annunziata: qui, prima ancora di ricevere aiuto, ci siamo sentiti rispettati e amati come persone uguali alle altre. A Fidenza è nato il nostro secondo figlio Sened e qui ci siamo stabiliti. Domenica scorsa abbiamo celebrato la Giornata del Rifugiato: anch’io, come rifugiato, non cesserò mai di ringraziare chi mi ha permesso di iniziare una nuova vita con l’impegno di aiutare gli altri come hanno aiutato me. Ma oggi penso anche con grande dolore alla violenza delle armi che fa soffrire la mia terra: la regione del Tigray, in particolare, sta pagando con il sangue la resistenza alla dittatura. Sei milioni di abitanti da otto mesi vivono stretti nella morsa di un’oppressione che non conosce soste: e senza la possibilità di attivare corridoi umanitari, la guerra finirà per distruggere completamente i popoli del Corno d’Africa. Sono immagini di tristezza che anch’io ho visto a Lampedusa quando mi sono recato lì per il riconoscimento di un mio cugino morto annegato nel Mediterraneo il 3 ottobre 2013 insieme ad altre 368 persone. Come cristiano sono qui oggi per onorare la memoria di un martire della fede, ma prego anche per tutti coloro che nel mondo sono vittime della guerra, dell’odio, della violenza. Basta con i muri! Costruiamo insieme ponti di solidarietà!”.

Nuova sede di Confartigianato a Fidenza: inaugurati i locali di via XXIV maggio

Taglio del nastro per la nuova sede di Confartigianato a Fidenza situata in via XXIV Maggio, alla presenza dei vertici dell’associazione, del sindaco Andrea Massari, del presidente della Provincia di Parma Diego Rossi, dell’assessore alle Attività Produttive Vincenzo Colla, dei consiglieri regionali Pasquale Gerace e Matteo Daffadà e delle forze dell’ordine. 

È in corso una riorganizzazione dei nostri uffici periferici: dopo Borgotaro è stata la volta di Fidenza. Vogliamo essere più vicini alle imprese ma anche alle famiglie, con i nostri servizi di Caaf e Patronato – ha spiegato il presidente zonale Rossano Negri. Avremmo voluto già un anno fa inaugurare la sede di via XXIV maggio ma, come ben sappiamo, non è stato possibile a causa delle restrizioni imposte dallo stato di emergenza sanitaria”. Negri ha poi sottolineato l’importanza di avere uffici più moderni, collocati in una zona strategica, facilmente raggiungibile dagli associati.

Dopo la benedizione di Gianemilio Pedroni, Vicario generale della Diocesi di Fidenza, e il taglio del nastro, al Teatro Magnani si è svolto il convegno incentrato sulle possibilità offerte dal Piano nazionale di rilancio e resilienza.

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È stato Leonardo Cassinelli, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Parma, a introdurre i temi poi sviluppati da Andrea Trevisani, direttore politiche fiscali di Confartigianato e da Vincenzo Colla, assessore alle Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna.

Il Piano di Ripresa e Resilienza è un contenitore molto ampio ed è stato non a caso paragonato al piano Marshall: dovrebbe servire a dimostrare che l’Italia può tornare ad essere il Paese del boom economico come era successo nel dopoguerra – ha spiegato Cassinelli -. Abbiamo la possibilità oggi e nei prossimi quattro anni di poter realizzare un secondo “miracolo Italiano”. Dovremo essere bravi nel dimostrare che siamo in grado ancora di raggiungere grandi obiettivi. È però necessario sapere che gran parte del denaro che arriverà dall’Europa sarà un debito che l’Italia dovrà ripagare. Quindi l’utilizzo dei fondi dovrà essere destinato a investimenti infrastrutturali indispensabili e utili alla crescita e allo sviluppo, il più duraturo possibile, del Paese”.

Richieste a gran voce dalla Confederazione sono le riforme: da quella fiscale a quella giudiziaria. “Sarà necessario migliorare la competitività della PA, semplificare la normativa, ridurre la pressione fiscale, riequilibrare la tassazione sui redditi Irpef, in particolare con la suddivisione dello scaglione che va dai 28 ai 55 mila euro, insomma riordinare tutta la materia – ha spiegato Trevisani, che è entrato nel dettaglio di tutte le richieste fatte da Confartigianato”.

Devo ringraziare Confartigianato – ha detto Colla – per averci spinto a promuovere un bando sulla digitalizzazione delle imprese artigiane, è andato molto bene abbiamo stanziato come Regione 8.000.000 di euro, ma sappiamo che le imprese triplicheranno questa cifra con gli investimenti e diverse assunzioni. Questo dimostra che gli artigiani sono indispensabili per questa regione dal punto di vista della filiera manufatturiera. Abbiamo fatto un investimento eccezionale e ottenuto dei progetti bellissimi. A questo si aggiunge tutto il lavoro che stiamo facendo per promuovere il Made in Italy e quindi l’internazionalizzazione delle imprese emiliano-romagnole. Siamo in un momento di forte ripresa ma è un processo che va governato, puntando al lavoro di qualità e alla sostenibilità ambientale”.

A chiudere il convegno è stato Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato, che ha ricordato, a proposito del Pnrr, come siano state accolte tutte le 44 proposte della Confederazione: “Siamo stati ascoltati equesto è un fatto molto positivo. È un momento irripetibile perché ci soo grandi opportunità ma dovremo essere bravi nella progettualità e soprattutto nel realizzare quelle riforme che non siamo stati capaci di fare negli ultimi 30 anni perché senza quelle vanificheremo tutti gli sforzi e il lavoro fatto”.

Granelli ha poi sottolineato come l’economia si stia spostando dalla standardizzazione alla personalizzazione: “C’è futuro per l’artigianto e per il saper fare con passione, cretività e dedizione: è il valore artigiano”.

A San Francesco una nuova campana a ricordo dei 450 anni di presenza cappuccina a Fidenza

Il 4 ottobre scorso nella chiesa dei Cappuccini di Fidenza è stata celebrata solennemente la festa di San Francesco d’Assisi. La s. Messa è stata presieduta dal Vescovo Ovidio, che ha sottolineato alcuni tratti peculiari del Santo ai quali ispirarsi per vivere con coerenza la nostra fede.

Ha sottolineato la profonda umiltà, da intendersi come disponibilità di un cuore puro, ad accogliere e a vivere autenticamente il Vangelo. Al termine della funzione è stata benedetta una nuova campana, fusa per celebrare i 450 di presenza cappuccina in Fidenza e i 50 anni dell’elevazione a parrocchia della chiesa francescana.

Il parroco, padre Stefano, ha spiegato a Sua Eccellenza il significato di questa iniziativa. La campana simboleggia la voce che richiama il popolo alla preghiera, lo raduna alla mensa eucaristica, lo accompagna nei momenti felici e in quelli dolorosi della vita, fa memoria di esistenze che si incamminano verso l’abbraccio del Padre. Durante la solitudine emersa nel periodo della pandemia il suono della campana ha espresso una vicinanza e una presenza costanti. Storicamente la campana del convento cappuccino è legata alle memorie dolorose della seconda guerra mondiale: quando gli aerei compivano i loro raid di morte, i suoi rintocchi avvisavano i fidentini affinché si mettessero in salvo; cessato l’allarme, accompagnava i sopravvissuti alle loro case.

L’antica campana è potente testimone di una lunga storia di presenza cappuccina, infatti reca incise una data (1820) e una scritta che attestano la presenza francescana a Fidenza subito dopo l’abolizione del codice napoleonico che aveva decretato la soppressione degli ordini religiosi.

L’iscrizione attesta la volontà della comunità fidentina di accogliere nuovamente i frati in questa terra. Riporta inoltre un motto “Admonet Excitat Proibet” che bene illustra le sue funzioni “Ricorda Incoraggia Protegge”.

Ricorda perchè fa memoria di un tempo della storia che l’uomo deve responsabilmente rendere a Dio; incoraggia ad alzare lo sguardo per riprendere coraggio e slancio; protegge dai pericoli e dalla tentazione di allontanarsi dal Padre, l'unico che può garantire senso e dignità alla vita.

Appare dunque naturale voler potenziare questa voce per sottolineare il legame profondo tra i cappuccini e Fidenza.

La nuova campana reca incise le effigi del Sacro Cuore a cui la chiesa è dedicata, della Madonna del Carmelo a cui i frati sono particolarmente devoti, di San Francesco e di Santa Rita da Cascia, a cui i fidentini sono fortemente legati.

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Sono inoltre riportate tre date: 1573 - 1973 - 2023, che rappresentano l’inizio di un cammino insieme ai frati cappuccini (1573), la nomina a parrocchia della chiesa conventuale (1973), l’occasione di ringraziare il Signore per questo cammino insieme come Chiesa di Fidenza (2023). La scritta: INSIEME ai Frati Minori Cappuccini a Fidenza (PR) non solo esprime questa continuità, ma delinea una direzione e uno stile per vivere il futuro insieme.

Federica Davighi

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