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Martina Pacini

Busseto, in via Miller la "Messa di fine estate"

C'è stata grande partecipazione di fedeli alla Santa Messa "di fine estate" celebrata nei giorni scorsi a Busseto nell'area verde tra via Miller e via Nabucco.

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Nell'aprile scorso alcune famiglie hanno sistemato un campo incolto ponendovi una grande statua raffigurante la Vergine Maria circondata da rose e da luce. Nel mese di maggio ogni sera mons. Pier Giacomo Bolzoni ha recitato il Santo Rosario e la tradizione è stata portata avanti anche nei mesi successivi ogni mercoledi sera.

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Il parroco don Luigi Guglielmoni ha richiamato l'importanza di vivere la fede anche nei piccoli quartieri cittadini.
Alla liturgia, durante la quale sono stati ricordati i defunti del quartiere, è seguito momento conviviale allestito dai residenti.

A Busseto i cavalieri dell'Ordine del Santo Sepolcro e quelli dell'Ordine di Malta

Per il secondo anno consecutivo i Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro e quelli dell'Ordine di Malta si sono ritrovati nella chiesa Collegiata di Busseto per celebrare l'esaltazione della Santa Croce, che portano raffigurata sui loro mantelli. Alla celebrazione erano presenti il delegato di Parma ing. Vittorio Albertini per i Cavalieri del Santo Sepolcro, il dott. Paolo Conforti, responsabile di zona per i Cavalieri di Malta e il vice-sindaco Gianarturo Leoni.

 

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Nell'omelia il parroco don Luigi Guglielmoni ha richiamato il motto di ciascuno dei due ordini cavallereschi: "Dio lo vuole" e "Difesa della fede e servizio dei poveri".

Il gruppo dei giovani, diretto dal maestro Stefano Ghisoni, ha accompagnato la solenne celebrazione con l'organo, la pianola, i violini e il flauto traverso. I cavalieri hanno ringraziato della calorosa accoglienza ricevuta dando appuntamento al prossimo anno.

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Caritas Diocesana: il bilancio ad oltre un anno dall'inizio della pandemia

15mila pasti, 700 buoni spesa e oltre 1000 pacchi alimentari. Sono questi alcuni dei numeri relativi all’attività della Caritas Diocesana di Fidenza che, in collaborazione con il Comune di Fidenza e ASP Distretto di Fidenza, ha svolto un lavoro fondamentale per aiutare le fasce più deboli della popolazione, colpite duramente dalla pandemia.

La collaborazione tra gli enti getta le radici lontano nel tempo e negli anni ha dato vita a diversi progetti. Ne sono un esempio l’accoglienza temporanea di famiglie o di adulti soli, gli interventi volti a soddisfare i bisogni alimentari primari attraverso l’erogazione di pacchi alimentari e la fornitura di pasti pronti. Da alcuni anni, inoltre, per valorizzare la collaborazione con ASP, viene riconosciuto un contributo economico una tantum alle Caritas locali delle Diocesi di Parma e di Fidenza per interventi assistenziali plurimi e condivisi.

Il Comune di Fidenza prosegue la storica collaborazione con Caritas per garantire prestazioni di prima accoglienza a favore di persone indigenti, quali per esempio la somministrazione di pasti, la fornitura di vestiario o di viveri, l’ospitalità e l’accoglienza in varie strutture nel territorio comunale.

Stefano Baschieri, direttore della Caritas Diocesana afferma che «Da parte di Caritas c’è sempre stata la massima volontà e disponibilità a collaborare con le istituzioni pubbliche per promuovere il bene delle persone e in particolare dei più deboli. Ciò che più ci sta a cuore è cercare di recuperare quel senso di comunità emerso in maniera forte durante il primo lockdown. È necessario infatti che non siano soltanto le Istituzioni a prendersi cura dei soggetti più fragili, ma deve farlo anche ogni singolo cittadino, perché le relazioni che si intrecciano sono fondamentali nei momenti difficili».

Molto soddisfatto della collaborazione è il sindaco di Fidenza Andrea Massari: «Basta guardare al lavoro svolto fianco a fianco nel corso di questa emergenza pandemica per capire che Caritas è una di quelle realtà che sono parte integrante della nostra comunità. Fin dal primo lockdown c'è stata una totale messa a disposizione dei volontari che si sono resi preziosissimi per la consegna di buoni pasto e di pacchi alimentari; esperienza che abbiamo poi rinnovato tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021 per garantire la consegna dei pacchi alimentari in tutta la città. Si è trattato di un lavoro di squadra preziosissimo che ci ha consentito di arrivare rapidamente con i nostri servizi là dove c'era bisogno e per il quale tanti cittadini si sono mobilitati mettendo a disposizione il proprio tempo. Per questo voglio ringraziare di cuore il direttore Stefano Baschieri, tutti i responsabili e ogni singolo volontario della Caritas Diocesana».

L'assessore ai servizi sociali Alessia Frangipane sottolinea che: «C'è stata l'emergenza pandemica, nel corso della quale Caritas ha fatto e sta facendo la sua parte, ma è bene ricordare che questa realtà è un pezzo importante del sistema di accoglienza e sostegno fidentino. Diverse sono le collaborazioni attive con il Comune e tra queste va sottolineata quella sviluppata nell'ambito del progetto "Terra D'Asilo" che vede Caritas collaborare Ciac Onlus di Parma per mettere a disposizione e gestire 12 posti letto destinati a nuclei monogenitoriali, nuclei familiari e singole persone. A questa si aggiunge la convenzione per gli interventi di prima accoglienza a persone senza fissa dimora che si trovino sul territorio comunale nel periodo invernale».

«La Caritas diocesana di Fidenza è un’istituzione centrale nella rete dei servizi del Distretto. In questi anni la collaborazione è molto cresciuta e ci ha visto uniti in progetti di accoglienza e di sostegno alle persone in difficoltà economiche e alimentari. Grazie a questo percorso durante il periodo pandemico l’apporto della Caritas è stato fondamentale nella consegna dei pacchi alimentari e dei buoni spese in diversi comuni del Distretto» ha affermato il presidente di Asp Massimiliano Franzoni. «In occasione del recente 50° anniversario di fondazione della Caritas italiana Papa Francesco ha chiesto di seguire “la via della creatività” e in questi anni il percorso di collaborazione tra Asp e Caritas diocesana è proprio cresciuto nel segno di dare risposte sempre più individualizzate e creative di fronte a una realtà del bisogno in continuo mutamento».

Don Giovanni Fornasini: chi era il sacerdote testimone degli eccidi di Monte Sole

Giovanni Fornasini nacque a Pianaccio di Lizzano in Belvedere (BO), sull’appennino bolognese, il 23 febbraio 1915. Nel 1925 la famiglia si trasferisce a Porretta Terme (BO): la vita di preghiera, servizio e fraternità nella comunità parrocchiale fa maturare in Giovanni il desiderio di diventare prete. Nel 1931 inizia un percorso di crescita per 11 anni in seminario che, anche attraverso le fatiche sperimentate nello studio e l’umiltà nell’affrontare una salute spesso cagionevole, lo rende capace di mettersi nei panni degli altri. Diventa prete il 28 giugno del 1942 nella Cattedrale di San Pietro, dopo aver stretto con i compagni di seminario un patto di reciproco aiuto chiamato “La repubblica degli illusi”, che li impegna ad andare controcorrente, ricordandosi che ogni cosa sottratta all’amore è sottratta alla vita.

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(Don Giovanni con un amico sul Corno alle Scale)

Dall’estate 1942 al giorno della morte don Giovanni è parroco di Sperticano, una piccola comunità di 333 abitanti vicino a Marzabotto. È tempo di guerra: prima si sente la mancanza dei parrocchiani lontani al fronte; dopo l’8 settembre 1943 il conflitto arriva in casa, con i tedeschi che presidiano il territorio, gli alleati che si avvicinano e bombardano, i partigiani nascosti sui monti. Don Giovanni si adopera con tutte le forze perché la parrocchia sia comunità di preghiera e carità: con la sua bicicletta si sposta ovunque per essere di aiuto e portare soccorso a tutti coloro che sono in pericolo. Offre più volte i suoi beni e anche la sua vita per salvare uomini rastrellati.

 

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(La bicicletta di don Giovanni Fornasini e, sullo sfondo, la chiesa di Sperticano)

 

Il 29 settembre 1944, all’inizio degli eccidi di Monte Sole, don Giovanni è fatto prigioniero a Pioppe di Salvaro mentre cerca di soccorrere chi è stato arrestato; rilasciato, scende a Bologna per ottenere un lasciapassare; ritornato in parrocchia non può far altro che seppellire i morti, mentre le SS occupano la sua canonica. La sera del 12 ottobre 1944 accompagna per precauzione alcune ragazze del paese, invitate ad una festa dai militari nazisti. Dopo vane richieste di poter salire sul crinale dove sono avvenute le stragi per benedire e seppellire i morti, il capitano delle SS lo invita a salire dietro di lui il giorno dopo a San Martino di Caprara. La mattina del 13 ottobre don Giovanni parte da Sperticano verso il monte e non farà più ritorno. Alla sera i soldati festeggiano in canonica a Sperticano cantando: “Pastore kaputt”, ma la certezza della sua morte si avrà solo il 22 aprile 1945, alla fine della guerra, quando il fratello Luigi potrà salire a San Martino e recuperare la salma che viene portata e sepolta a Sperticano, dove tutt’ora conservata nella chiesa parrocchiale.

L’esame dei suoi resti ha permesso di constatare la causa della morte, che avvenne a seguito di un doloroso e brutale pestaggio. La sua generosità aveva infastidito e in lui si volle eliminare un testimone autorevole e scomodo degli eccidi.

Papa Francesco lo annovererà fra i martiri della fede il 26 settembre 2021.

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