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Martina Pacini

Cristianesimo al tramonto?: il messaggio del Vescovo Ovidio per il Tempo di Quaresima

Quaresima 2023

Cristianesimo al tramonto?

 

L’interrogativo non è né banale né scontato. Si tratta di una saggia provocazione che interpella la nostra vita dei credenti in questo tempo. All’inizio del cammino quaresimale che il Signore ci concede di vivere nella sua misericordia è necessario sostare con pazienza, nel silenzio, nella preghiera e in ascolto della sua Parola per imparare a discernere il segno del tempo e, soprattutto, cosa chiede il Signore ai suoi discepoli oggi.

Veramente il cristianesimo è al tramonto della sua storia? Veramente la Chiesa brucia? Si può dichiarare finita l’epoca cristiana? Qualcuno afferma che, ormai, dopo l’esperienza della pandemia che ha coinvolto l’intero pianeta terra, immersi in una crisi economica che non sembra avere termine, prigionieri della follia di molteplici conflitti che conducono al macello di una catastrofe umana, anche il panorama del cristianesimo è mutato considerevolmente. I segni sono sotto gli occhi di tutti e permangono impietosi nel loro perdurare: le assemblee liturgiche domenicali sono pressoché formate da persone anziane e sempre più diradate; la latitanza delle giovani generazioni che frequentano ormai le cattedrali alternative costituite dai centri commerciali; alle parrocchie è chiesto sempre di più di essere agenzie che erogano servizi religiosi a richiesta e possibilmente brevi, gratuiti, senza impegno di cambiamento di vita; la catechesi per i ragazzi dell’Iniziazione cristiana si riduce ad un incontro caratterizzato da dinamiche di gruppo a sfondo sociologico nella cornice di una aggregazione umana dall’evidente risvolto di servizio sociale, dove Gesù e la Chiesa permangono come illustre e sconosciuto ricordo di un passato infantile e ingenuo; la catechesi degli adulti è relegata a qualche evento sacramentale straordinario oppure è correlata a qualche eccezione folkloristica da sagra, in cui la dimensione religiosa funge da prassi assolutoria; si diffonde in modo evidente il costume di frequentare le chiese per occasioni circostanziate e legate ad un interesse individuale (funerali, benedizione della gola, del sale, degli animali, degli attrezzi agricoli …), il tutto corredato da un’enfasi rituale che non ha eguali; altrove si impiegano energie nella pastorale del turismo religioso che riduce le comunità parrocchiali ad essere agenzie che organizzano il tempo libero a tratti corredato da un alone di spiritualità confortevole e appagante.

Questi sono pochi tratti che delineano il presente delle nostre comunità cristiane in questo tempo. Si tratta di una narrazione che traccia un quadro esagerato e pessimista? Troppo severo? Forse. Probabilmente è scomodo proprio perché è reale e perché evidenzia fatti che spesso ci rifiutiamo di vedere, perché ci provocano ad un cambiamento di mentalità pastorale ovvero ad una conversione autentica, che procede ben oltre la rassegnazione giustificata dal “si è sempre fatto così!”, oppure “i tempi sono mutati, non si può fare diversamente!”. La situazione di gravità reale descritta risiede proprio nella rassegnazione che mortifica ogni speranza e introduce un modo di pensare e di vivere correlato alla barbarie e al disgusto della vita propria e degli altri. Non è il cristianesimo ad essere giunto al tramonto, bensì i cristiani che hanno rinunciato a riconoscere la loro identità e il senso della missione ad essi affidata! Questo modo di procedere è oltretutto confermato da una paura serpeggiante nel cuore delle persone, da una aggressività verbale e fisica ingiustificata e che nasconde patologie umane gravi, insultando la dignità dell’altro e impedendo alle prossime generazioni un presente e un futuro di speranza. Non si tratta, pertanto, della finitudine del cristianesimo o della Chiesa, ma di una certa generazione di credenti ancorati sull’arroganza della fede e che hanno dimenticato la correlazione discepolato-servizio per la causa dell’evangelo.

Ritengo che proprio in questo tempo difficile si nascondono opportunità inaspettate che non ci possono trovare impreparati e distratti. Oggi i cristiani hanno ancora una parola da annunciare e da testimoniare con le loro povere vite, perché non si tratta di una parola umana legata alle convenienze, collusa con la complicità di amicizie con i potenti di questo mondo e nemmeno prigioniera della ricerca del prestigio personale a tutti i costi nel tentativo di riconquistare il terreno perduto. I cristiani oggi ancora sono chiamati ad essere “il sale della terra, la luce del mondo, la città posta sul monte” (cfr. Mt 5,13-16), non per esibire se stessi, ma perché non intendono rinunciare a rendere ragione della speranza che è in loro (cfr. 1Pt 3,15): Gesù Cristo, lo stesso ieri, oggi e sempre (cfr. Eb 13,8).

Il tempo santo della Quaresima che prende avvio il Mercoledì delle Ceneri ed è orientato alla Pasqua di croce e di risurrezione del Signore, sta davanti a noi come tempo di grazia in cui è possibile ricominciare a guardare in alto, senza disattendere gli appelli di una umanità affannata e disorientata, che cerca la verità e il senso della vita oltre ogni effimera gioia momentanea. Dio ci conceda la grazia di intraprendere un vero cammino di ritorno a Lui, Signore delle nostre vite, compassionevole e misericordioso, la cui benevolenza non si è esaurita (cfr. Lam 3,22).

+ Ovidio Vezzoli

vescovo di Fidenza

"Ripartire da Dio": lectio divina nel Tempo di Quaresima (Anno A) a cura del Vescovo Ovidio

La lectio divina che il Vescovo Ovidio propone quest’anno per il Tempo di Quaresima con il titolo “Ripartire da Dio” avrà al centro cinque brani tratti dall’Antico Testamento.
➡ Gli incontri avranno luogo tutti i giovedì in Cattedrale con inizio alle ore 20.30 (è possibile seguire gli incontri anche in diretta streaming collegandosi al canale Youtube “Diretta Cattedrale San Donnino Fidenza”).
23 febbraio: Gen 2,7-9; 3,1-7
2 marzo: Gen 12,1-4a
9 marzo: Es 17,3-7
16 marzo: 1Sam 16,1-13
23 marzo: Ez 37,12-14

Castione M.si: il 19 febbraio l'ingresso di don Jean Paul Koffi

Con suo atto del 7 febbraio 2023 il Vescovo Ovidio ha nominato il Rev.do Koffi Don Kossi (Jean Paul), Amministratore Parrocchiale della Parrocchia di S. Maria Assunta in Castione Marchesi, Comune di Fidenza.
Don Jean Paul è nato nel 1974 a Atakpamé (Togo) ed è stato ordinato sacerdote nel 2004.
Prima di giungere a Fidenza ha svolto gli incarichi di: Vicario Parrocchiale presso la Parrocchia del Sacro Cuore di Hiheatro (2004-2006); Vicario Parrocchiale presso la Parrocchia di Nostra Signora dell’Assunzione di Akpare (2006-2008); Cappellano del Collegio Saint Albert le Grand e della Scuola Superiore Atakpame (2011-2012). Curato presso la Parrocchia di Nostra Signora dell’Assunzione di
Akpare (2012-2015). Rettore del Seminario Propedeutico a Notsè (2015-2021).
Fino ad ora è stato vicario parrocchiale della parrocchia di S. Antonio di Padova in Salsomaggiore Terme. Attualmente è direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, membro del Consiglio Pastorale Diocesano e membro dell’Equipe Diocesana per il Cammino Sinodale.

Busseto, al teatro Verdi convegno su: “Lavoro, la chiave del proprio futuro”

Venerdì 17 febbraio alle ore 20.30 presso il teatro Verdi di Busseto avrà luogo il convegno “Lavoro: la chiave del proprio futuro” promosso da Confartigianato in collaborazione con la parrocchia di San Bartolomeo in Busseto e con l’associazione “Il Diamante”. L’evento gode del patrocinio del Comune di Busseto, della Provincia di Parma e della Regione Emilia Romagna. Il lavoro implica conoscenza, occupazione, formazione, passione, rapporto con la scuola e con le istituzioni, territorio e globalizzazione: di tutto questo parleranno i relatori moderati dal giornalista Andrea Gavazzoli. Saranno presenti Marco Granelli, presidente di Confartigianato; Franco Nembrini, saggista e già dirigente scolastico; Vincenzo Colla, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia Romagna. Porteranno inoltre i saluti il Vescovo Ovidio, il presidente provinciale di Confartigianato Enrico Bricca, il sindaco di Busseto Stefano Nevicati e il presidente della Provincia di Parma Andrea Massari.

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