In occasione delle celebrazioni per la festa di San Francesco, per l’edizione 2022 non è stata coinvolta una singola Regione, ma la Conferenza Episcopale Italiana per promuovere una partecipazione che si facesse gesto di gratitudine per quanti si sono prodigati nel far fronte alla pandemia: Istituzioni civili e militari, operatori sanitari, famiglie, mondo del volontariato e della scuola, realtà caritative ed ecclesiali.
Durante la Messa del 4 ottobre, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, ha affidato l’Italia a San Francesco. Pubblichiamo di seguito il testo della preghiera.
Altissimo, onnipotente e buon Signore,
che tutto sostieni e nutri con il tuo amore, fa’ che come san Francesco diventiamo capaci di cogliere i segni della tua presenza e di lodarti per ogni tua opera.
Signore Gesù, nella tua carne
abbiamo contemplato l’amore del Padre.
Il tuo Vangelo, che il santo di Assisi ha voluto come unica norma di vita, sia luce e sapienza per tutte le nostre scelte, personali e sociali.
Spirito Vivificatore, che dimori nel cuore dei credenti e li conduci al Padre, fa’ che tutti noi, in particolare chi ha responsabilità di governo, sulle orme del poverello di Assisi, ci dedichiamo a servire il bene di tutti e a custodire ogni vita.
Francesco di Assisi, uomo di pace,
capace di chiamare fratello e sorella
ogni essere umano e ogni creatura,
ti affidiamo tutto il popolo italiano,
chi è nato qui e chi se ne è dovuto andare, chi arriva alla ricerca di una vita migliore e chi è morto nel tentativo di farlo.
Aiutaci ad essere costruttori di pace tra noi e con gli altri popoli; ad essere solidali con la creazione tutta che custodisce e manifesta la cura e l’amore del Signore; a lenire il dolore di chi soffre, di chi è solo, emarginato, scartato; a cercare ciò che unisce, vincendo ogni contrapposizione; a perdonare per il Suo amore. Amen.
(Foto Siciliani-Gennari/SIR)
Mercoledì 5 ottobre, come da tradizione, si terrà il corteo delle luminarie dedicato al santo patrono Donnino Martire.
Pubblichiamo di seguito il programma completo. Alle ore 20.30 in piazza Garibaldi dall’antica Via Aemilia le rappresentanze delle comunità fidentine muoveranno in direzione del Municipio con “candele e luminarie” precedute dalla banda municipale. Accoglierà il corteo la banda “Città di Fidenza”. Saranno poi presentati gli stendardi di tutte le frazioni cittadine. Anche quest’anno verrà presentato un nuovo stendardo: quello della frazione di Cogolonchio, che si aggiungerà agli altri 7 già realizzati negli anni precedenti. Lo stendardo é stato realizzato dagli artisti Giuseppe Previtali ed Evelyne Marai, che hanno riprodotto una immagine di San Giorgio con il drago, presente sul paliotto della chiesa della frazione. Seguirà il saluto del sindaco Andrea Massari e la lettura degli “Statuta”.
A partire dalle ore 21 il corteo percorrerà piazza Garibaldi, piazza Verdi, via Milani, piazza Omati (chiesa di S. Giorgio), via Affanni, via Micheli, via Don Minzoni (abside del Duomo), via Cavour, via Petrarca, fino a giungere in piazza Duomo. In piazza Omati intermezzo musicale a cura della corale “Chorus Laetus” diretta dal maestro Luca Pollastri. All’arrivo in piazza Duomo la corale San Donnino accoglierà i convenuti in Cattedrale. Seguirà il saluto e l’intervento del Vescovo Ovidio, la preghiera a San Donnino, l’omaggio del sindaco e dei cittadini all’urna del Santo Patrono con la consegna del cero e dei doni.
La processione attuale è l’ultima testimonianza di una antica usanza diffusa nel medioevo dove le popolazioni si impegnavano, come segno della sottomissione, a portare un tributo di cera. Tale offerta veniva presentata in forma solenne, una volta all’anno, alla festività del patrono. Le origini dell’evento sono antiche: la menzione si trova negli Statuti 52 e 53 emanati nel 1425 dal Podestà con l’approvazione dei Visconti, Signori di Milano. Lo Statuto 52 recita infatti:
“Come il Potestà, per due giorni prima della Festa del Beato Donnino, faccia bandire che tutti si preparino con candele e ceri. E poi stabilirono e ordinarono che in onore di San Donnino Martire il signor Podestà faccia bandire per due giorni prima della Festa del Beato Donnino, che tutte le persone debbano prepararsi con candele e luminarie da farsi e da portarsi per la Festa del Beato Donnino, che debbano venire con le candele accese insieme con il signor Podestà alla Vigilia di San Donnino alla sua Chiesa, e lì lasciare le candele, e che in tempo di pace ogni Console delle Ville con un doppiere di quattro libbre di cera per ciascuna Villa Comunale si presenti, e faccia scrivere dal notaio del Comune, e lascino le stesse luminarie quando il Vicario andrà alla Chiesa, e questa sotto pena da imporsi e da apportarsi secondo la volontà del sig. Vicario”.