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Martina Pacini

I vescovi dell'Emilia Romagna e la visita ad limina apostolorum dal 26 febbraio

Tra l’inizio del cammino sinodale inaugurato tre anni fa da papa Francesco e in previsione dell’anno giubilare del 2025 – due eventi questi, di straordinaria portata ecclesiologica – tutta la Diocesi di Fidenza è stata coinvolta nella preparazione, anzitutto spirituale e in seconda istanza, anche organizzativa, d’un ulteriore momento di grazia: la visita “Ad limina apostolorum”, che si terrà a Roma il 26 febbraio 2024 e a cui saranno convocati tutti i Vescovi dell’Emilia - Romagna in rappresentanza delle rispettive Diocesi.

Di cosa si tratta? Essa è letteralmente la visita ai luoghi degli Apostoli Pietro e Paolo a cui, ogni cinque anni, sono tenuti tutti i Vescovi che, in comunione con la Sede Apostolica, presiedono nella carità e nel servizio alle Chiese particolari loro affidate. Essa è perciò un momento unico per rinsaldare il costitutivo legame, nella carità, tra il Successore dell’Apostolo Pietro, il Papa e i Vescovi in comunione con lui sparsi nel mondo.

Difatti, non c’è singolo Vescovo o insieme di Vescovi che possa governare Chiese particolari senza prestare una sentita obbedienza e un affetto sincero al Successore di Pietro. Da questo punto di vista, la visita “ad limina” non è un mero atto burocratico, ma un vero e proprio pellegrinaggio, volto alla venerazione delle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo e all’incontro personale dei Vescovi con il Romano Pontefice. A tenore di quanto è dichiarato nel Direttorio per la visita “ad limina Apostolorum” dell’allora Congregazione (oggi, Dicastero) per i Vescovi, con la visita “ad limina” ciascun Vescovo, quale principio e fondamento visibile dell'unità nella Chiesa particolare affidata al proprio ministero pastorale, ha il dovere di “fornire al Santo Padre una dettagliata relazione, corroborata da informazioni autentiche ed autorevoli, su tutto ciò che, nell’arco temporale degli ultimi cinque anni, ha vissuto la propria Chiesa particolare: problemi, iniziative, collaborazioni, difficoltà e risultati conseguiti”: sia per quanto attiene al versante pastorale che per quanto concerne l’ambito amministrativo.

Per consegnare al Papa questo quadro complessivo sullo stato della Diocesi, ogni Vescovo si sarà previamente avvalso del coinvolgimento e della piena collaborazione dei suoi più stretti collaboratori. Già da ora sarebbe bello, giusto e doveroso poter pregare insieme, nelle nostre comunità, con quest’intenzione particolare; invocare quell’irrinunciabile unità nella Chiesa, in vista della quale anche la stessa visita “ad limina” esercita un ruolo tutt’altro che marginale. A tal fine, potremmo trovare un valido sostegno anche attraverso una meditazione delle parole che troviamo nella Preghiera Eucaristica V/D, La Chiesa in cammino verso l’unità, all’interno del Messale Romano, adattandole alla realtà ecclesiale concreta e al momento storico precipuo che stiamo attraversando: “Fa' che la Chiesa di Fidenza si rinnovi nella luce del Vangelo. Rafforza il vincolo dell'unità fra i laici e i presbiteri, fra i presbiteri e il nostro Vescovo Ovidio, fra i Vescovi e il nostro Papa Francesco; in un mondo lacerato da discordie la tua Chiesa risplenda segno profetico di unità e di pace”.

Don Alessandro Frati

Art Icons, oltre 12.000 visitatori per la mostra dedicata all'arte contemporanea

Più di dodicimila persone hanno visitato la mostra Art Icons, un successo davvero straordinario e senza precedenti per una città di 27 mila abitanti che ha saputo raccogliere la sfida di dar vita ad una piccola ma coraggiosa esposizione che ha proposto, con grande impatto visivo, una sintesi perfetta di quello che è il panorama della produzione artistica contemporanea.
Per questo motivo la mostra è stata accolta da pubblico e critica come un’iniziativa innovativa che ha avuto tra gli altri anche il merito di aver acceso i riflettori sul territorio di Fidenza, promuovendone il patrimonio culturale, le eccellenze enogastronomiche, le botteghe storiche e la tradizione locale.

“Iniziamo questo 2024 con una bella notizia davvero”. Spiega il sindaco Andrea Massari, il quale prosegue: “Non era né facile né scontato il fatto che potessimo portare a Fidenza un numero così significativo di visitatori. L'esserci riusciti testimonia uno straordinario successo di squadra che ha visto organizzatori, cittadini, imprese e istituzioni lavorare insieme per un grande obiettivo. L'elenco dei ringraziamenti sarebbe davvero lungo ma alcuni sono veramente da fare: alla Fondazione Cariparma, il cui contributo è stato decisivo per realizzare questa mostra, a Luca Bravo e la Deodato Arte che hanno confezionato un vero e proprio gioiello, alla Camera di Commercio dell'Emilia ed infine a Gas Sales, il cui impegno come main sponsor testimonia ancora una volta una non comune attenzione verso il nostro territorio. Questo risultato lo considero un lascito importante per il futuro Sindaco: da questa esperienza si potrà proseguire nella direzione di un posizionamento importante della nostra città rispetto ai flussi turistici che attraversano la nostra Regione”.

La mostra è stata un catalizzatore per la città, attirando persone da ogni parte del mondo, grazie alla copertura di testate giornalistiche dedicate all'arte, al turismo e alla cultura generale. La campagna di comunicazione ha raggiunto un pubblico di oltre sei milioni di persone, sia in Italia che all'estero, rafforzando l'immagine di Fidenza come centro di cultura e innovazione. Inoltre la collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e con media di calibro internazionale, ha arricchito il tessuto culturale della città, promuovendo un dialogo costruttivo tra le varie realtà creative.

Art Icons ha avuto anche il merito di catalizzare temi e attività che da anni attraversano la nostra comunità. Il riferimento è anche al forte impegno sociale che ha caratterizzato questo allestimento, rendendo l'arte contemporanea accessibile a persone con abilità diverse e coinvolgendo attivamente associazioni come ASP Distretto di Fidenza, Fondazione Bambini e autismo, Why Not, Cooperativa Arcobaleno e LSD Festival nella progettazione di una mostra il più possibile inclusiva. La realizzazione di una guida semplificata e di visite guidate dedicate ha permesso a tutti di avvicinarsi all'arte, ispirando nuove esperienze creative nelle comunità coinvolte.
Un altro momento di spicco è rappresentato dall'evento dedicato al Kitsch, che ha visto la partecipazione di illustri ospiti come Aldo Colonnetti, Gianuigi Colin, Paolo Barbaro e il curatore della mostra Luca Bravo, impegnati tutti a stimolare un vivace scambio culturale tra cittadini, studenti, designer, artisti e architetti, dimostrando l'ampio interesse verso tematiche di attualità nell'arte. Non ultima l'attenzione verso il mondo delle scuole, che ha avuto come conseguenza la partecipazione di centinaia di bambini e ragazzi delle scuole del territorio, ai quali si sono aggiunte scolaresche provenienti anche da città limitrofe come Milano. Questo interesse trasversale dimostra la capacità di Art Icons di coinvolgere e ispirare le giovani generazioni, confermando il ruolo dell'arte come strumento di educazione e crescita personale.
“Sono orgoglioso ed onorato – spiega il curatore Luca Bravo - di aver portato nella città di Fidenza un progetto di questo calibro, ed entusiasta dei risultati artistici raggiunti. Ma il mio più grande traguardo, indipendentemente dal numero dei visitatori, è l’emozione che percepisco ancora oggi, ad un mese ormai dalla chiusura della Mostra, nei cittadini, nei residenti ed in tutti i visitatori venuti da fuori della provincia di Parma. Le gratificazioni umane sono sempre il miglior traguardo. Un successo a 360 gradi che premia tutti i miei collaboratori, in primis la Deodato Arte Gallery, di cui andrò fiero per sempre”.

La mostra ha lasciato un segno indelebile nel cuore di Fidenza e nei suoi visitatori, ma ne lascia anche uno fisico e di grande impatto evocativo nella città. I tre grandi cavalli da realizzati da Marco Lodola, utilizzati dal 23 giugno scorso per annunciare Art Icons, sono stati infatti rimossi dall'ingresso di via Berenini e hanno fatto ritorno in piazza Garibaldi, per rimanervi un po' di tempo, a testimonianza della stretta alleanza tra Fidenza e l'arte contemporanea che questa mostra ha definitivamente certificato.

L'Anpi di Busseto in visita a Roncole Verdi

Un nutrito gruppo di iscritti e simpatizzanti dell’ANPI di Busseto ha partecipato a Roncole Verdi a due momenti molto significativi.

Dapprima si è recato a Casa Guareschi per un incontro d’eccezione. Nel 1957 Alberto accompagna il padre nella Germania dell’Ovest in alcuni dei lager dove fu “ospite” suo malgrado dal 1943 al 1945. È l’ultima tappa di un percorso che Giovannino compie (Napoli, Assisi, Trieste) per recuperare forza ed energie dopo la triste esperienza del carcere in S. Francesco a Parma. Nella Mediateca Alberto ha ripercorso con noi e per noi questo suggestivo, affascinante Ritorno alla base ricco di spunti e occasione di riflessioni. Quindi abbiamo visitato la Mostra antologica e l’Archivio, dove sono conservate le memorie dell’IMI Giovannino Guareschi, prigioniero tra il 1943 e il 1945 nei lager nazisti, un'esperienza speciale ed intensa, che ha colpito e commosso i partecipanti.

Dopo aver ricordato che lo scorso 27 gennaio è stato presentato nel Salone Barezzi il Quaderno “E poi è arrivato un pilota che sembrava ubriaco”- Busseto, 1943-45, la guerra, che ha avuto ottima accoglienza ed è tuttora in vendita in edicola, in un clima festoso di agape fraterna sono state comunicate le altre iniziative per i prossimi mesi.

Sabato 6 aprile alle ore 18,30 nel salone Barezzi Daniele Biacchessi presenterà il suo ultimo libro Eccidi nazifascisti. L'armadio della vergogna”.

Giovedì 25 aprile alle ore 21.00 nel Teatro Verdi di Busseto spettacolo “La spremuta” di e con Beppe Casales.

A Busseto la testimonianza di Licia Casali

Riportiamo la testimonianza che Licia Casali ha portato in Collegiata a Busseto dopo la recita del S. Rosario e prima della solenne liturgia con i malati.

Licia ha ricordato il suo matrimonio con Gianfranco Cipelli celebrato a Lourdes nel 1967 dal vescovo Mario Zanchin durante il pellegrinaggio diocesano dell’Unitalsi:
“Spiritualità, preghiera, fede, emozione: l’insopprimibile desiderio di mettersi al servizio degli altri, dei nostri fratelli e sorelle ammalati. Dall’alto della Grotta, lo sguardo materno e rassicurante della Vergine protegge e trasmette una straordinaria forza di amare. Lourdes è tutto questo. Nel mio caso, lo dico con profonda gratitudine, questo sacro luogo, ha segnato in modo importante la mia vita. E’ stata come un’improvvisa folgorazione la sorprendente richiesta del mio futuro sposo di celebrare il nostro matrimonio a Lourdes in occasione dell’imminente pellegrinaggio dell’Unitalsi. Un’idea un po' strana, inimmaginabile. Una proposta che mutava le mie aspettative legate alla tradizionale consuetudine della celebrazione del sacramento nella propria chiesa parrocchiale con parenti e amici. E maggiormente poi, quando il progetto si è rivelato essere inserito nel contesto di un pellegrinaggio unitalsiano in piena regola. Entrambi avremmo dovuto indossare le rispettive divise, io da “dama”, lui da “barelliere”, come tutti i volontari che a Lourdes si prodigano in un incessante servizio di assistenza e accompagnamento dei malati alle sacre funzioni.

Ho accolto la proposta, perché mi era parsa subito qualcosa di singolare, quasi una chiamata speciale, non so dire di preciso, mentre ho avvertito tutta la bellezza e il dono di poter affidare alla Madonna del Rosario il nostro nuovo cammino, di consacrare al suo Cuore Immacolato la nostra famiglia. Conquistati da questa prospettiva così particolare e densa di significato, abbiamo fiduciosamente iniziato il lungo viaggio in treno in un sereno clima di condivisione, di attesa, di servizio insieme con la numerosa comunità diocesana guidata dal Vescovo Mario Zanchi, e da alcuni sacerdoti tra i quali don Tarcisio Bolzoni.

La celebrazione eucaristica delle nostre nozze, con la presenza accogliente e viva della Chiesa diocesana è stata un convivio che ha prodotto una comunione tale che ci ha aiutato a vivere in modo più solidale anche il mistero della malattia del nostro Fratello, accogliendolo e servendolo con tutto l’amore possibile vedendo in lui il Cristo crocifisso.

Al termine del rito delle nostre nozze, il grande e caloroso abbraccio della comunità è stato momento festoso e davvero straordinario. E poi, subito dopo, il servizio dei volontari e nostro è regolarmente ripreso in piena gioia e serenità fino alla conclusione, dopo alcuni giorni, del pellegrinaggio.

Ancora oggi, a distanza di tempo, portiamo nel cuore con riconoscenza a Dio e a Maria quei gratificanti momenti vissuti in una circostanza del tutto particolare, con empatia e amore, a stretto contatto con la sofferenza. E’ stata veramente un’esperienza di concreta umanità e fratellanza, che ha unito volontari e ammalati in un percorso fisico e spirituale destinato a lasciare un segno indelebile nell’anima di ciascuno. Tale segno rimane impresso, oggi come ieri, nel nostro cuore: la vita familiare non può essere vissuta pienamente se non si apre alla collaborazione, al servizio, alla Parrocchia, alla missione e ad una fertile testimonianza del Vangelo”.

 

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