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Martina Pacini

#FISCMatera, un contest fotografico per il Congresso Eucaristico Nazionale

#FiscMatera: pubblica la tua foto e vinci

 

La Fisc – Federazione italiana settimanali cattolici – promuove, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana, la selezione fotografica #FISCMatera, in occasione del XXVII Congresso eucaristico nazionale sul tema “Torniamo al gusto del pane – per una Chiesa Eucaristica e Sinodale”, che si svolgerà dal 22 al 25 settembre 2022 a Matera.

La partecipazione è aperta a tutti; le foto dovranno essere scattate esclusivamente durante le giornate del XXVII Congresso con l’hashtag #FISCMatera e pubblicate su almeno uno dei propri profili social: Facebook, Instagram o Twitter.

L’iniziativa nazionale invita a raccontare, attraverso le immagini, la città di Matera e il suo territorio durante i giorni del XXVII Congresso, per riscoprirli con le loro pluralità di vita, ritmi e relazioni, guardando oltre i luoghi comuni e cercando uno sguardo diverso su Matera e il suo territorio: qual è il tuo?  

Gli organizzatori dell’evento dichiarano: “Questa iniziativa darà modo a tutti i partecipanti di riportare e valorizzare attraverso i social la bellezza del Congresso eucaristico nazionale”.

La Fisc, sempre attenta a raccontare le periferie attraverso le sue 187 testate che coprono tutto il territorio nazionale, ha deciso di dare un piccolo contributo per questo importante appuntamento della Chiesa italiana.

La partecipazione è gratuita e il vincitore potrà godere di una vacanza di due giorni a Roma con tutta la sua la famiglia (due adulti ed eventuali bambini).

Per il regolamento completo: www.fisc.it

Consulta diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro: una riflessione sulle prossime elezioni politiche

 

Documento sulle elezioni politiche 2022

a cura della

Consulta diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro

Diocesi di Fidenza

 

Il presente documento vuole essere un momento di riflessione che i laici della Consulta Diocesana per la Pastorale Sociale e il Lavoro della Diocesi di Fidenza mettono a disposizione dei cittadini e di tutti i candidati alle prossime elezioni politiche del 25 settembre 2022.

 

PREMESSA

“La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perchè cerca il bene comune” con queste parole di Papa Francesco tratte da Evangelii Gaudium n.205 vogliamo riaffermare come cristiani che riteniamo l’esercizio della politica, un esercizio necessario se ricerca il bene comune, la pace e la prosperità dei popoli. Per queste ragioni vogliamo fare sentire la nostra voce non come una rivendicazione sterile “di parte” , ma come un contributo al dibattito che sta avvenendo nel Paese tra i partiti , ma anche tra i cittadini preoccupati del futuro , già messo a dura prova dalla pandemia e ora dalla guerra in Ucraina , una guerra di cui non si vede la fine e che ha svelato ancora di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto siamo interconnessi, quanto un avvenimento in una parte del mondo anche distante da noi non è più un problema di altri, ma è anche un nostro problema. In questo scenario devastante il nostro paese affronta il massimo esercizio della democrazia: il voto, di cui nessuno dovrebbe temere.

LE SFIDE CHE CI ATTENDONO

In questi giorni l’elenco delle sfide che ci attendono è sulla bocca di tutti i partiti politici ed è chiaro a tutti i cittadini, ognuno ha la propria soluzione che deriva dai valori di cui ogni partito è portatore. Proviamo anche noi ad elencarne qualcuna  cercando di portare il nostro contributo facciamo qualche proposta che nasce da incontri, riflessioni e studi della Chiesa Italiana .

RIPENSARE L’AZIONE POLITICA

E’ netta  la sensazione che diserteranno il voto un gran numero di cittadini , fenomeno in crescita negli ultimi anni, me nelle ultime tornate elettorali prepotentemente alla ribalta. Perchè una parte dei cittadini non si reca alle urne? Molti cittadini non si sentono rappresentati e non sentono rappresentate le proprie istanze, le proprie preoccupazioni , non necessariamente questi sono i giovani come spesso si è tentati di credere, sono i cittadini che si rifugiano nel privato, che anche incosapevolmente rilasciano una delega in bianco , che non ritengono che il loro protagonismo sia utile che vedono nella politica rissosa e chiassosa qualcosa che non interessa  e si rassegnano ad “un tanto non conto nulla, ”. Ripensare e riprogettare l’azione politica è una necessità urgentissima proprio se si vuole riavvicinare i cittadini. L’astensionismo non si batte con gli slogan, occorre restutuire agli elettori il diritto di scegliere le persone a cui affidare la propria fiducia, possibilità oggi fortemente limitata dall’attuale sistema elettorale. E’ necessario riscoprire il confronto sui contenuti , il dialogo e la ricerca dei punti di mediazione indispensabile per l’effettivo avvio di percorsi volti alla costruzione del bene comune. Il dialogo  va rafforzato se parliamo di riforme costituzionali che non possono essere di parte, ma che rappresentano un patrimonio di tutta la nazione , le soluzioni vanno ricercate senza cadere nella tentazione “della prova di forza”. Va compiuto ogni sforzo per tornare ad una democrazia partecipata e partecipativa coinvolgendo la società civile probabilmente anch’essa in parte sopita dal clima generale, ma che ha ancora al proprio interno gli anticorpi ad una poltica di rimessa che pensa solo al “qui ed ora” e non esercita un pensiero lungo e creativo capace di immaginazione e di sogno.

LE POVERTA’

Saremo tutti più poveri, ma sicuramente una parte della popolazione è e sarà ancora più povera di altri, i numeri si sprecano a noi basta avere la consapevolezza di quante persone,di tutte le estrazioni sociali ,si sono rivolte alla Caritas diocesana per essere aiutati . Vogliamo qui richiamare l’attenzione sulle tante povertà che riscontriamo nel nostro agire quotidiano partendo dalla povertà educativa che colpisce moltissimi minori anche nel nostro agiato territorio. Quando parliamo di povertà educativa non parliamo solo di ragazzi che non terminano il percorso scolastico,ma di ragazzi/ragazze che non hanno le stesse opportunità di altri coetanei per le più svariate ragioni a loro va assicurato un futuro in cui riescano a trovare il “loro posto nel mondo”, parliamo di asili nido , di scuole dell’infanzia e della possibilità di assicurare a tutti la libertà dell’istruzione , la possibilità di fare sport e di esercitare la creatività. Un paese che non scommette sui propri figli è un paese senza futuro. Per questo è necessario un impegno costante e non sporadico sui sistemi scolastici e extrascolastici che vanno potenziati e arricchiti, puntando sulla formazione e valorizzazione anche economica degli insegnanti , degli educatori, e di tutte quelle figure di adulti che possono mettere al servizio del mondo dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti ,le loro competenze, lavorando con le Regioni e mettendole in grado di fare di queste politiche un fare stabile nel tempo. Naturalmente c’è la povertà economica di tantissime famiglie e non solo per mancanza di lavoro, ma a volte per un lavoro sottopagato, non in regola, discutibile anche dal punto di vista della dignità della persona. C’è il rischio concreto di un forte peggioramento delle condizioni economiche di tante persone e famiglie a causa dei fattori di crisi che caratterizzano questa fase storica. E’ compito della buona politica agire per rimuoverne tali cause e  per adottare misure di sostegno che partono dal bisogno e che hanno come punto di riferimento un criterio di equità sociale, nella pratica attuazione del concetto “a ognuno secondo il proprio bisogno, da ognuno secondo le proprie possibilità”.

LA TUTELA DELLA FAMIGLIA  DELLA  VITA E DELLA FRAGILITA’

La famiglia è uno delle ricchezze più preziose di un paese , in Italia sappiamo che la denatalità sta raggiungendo livelli preoccupanti e che mentre qualche anno fa era pareggiata dalla nascita di bambini non italiani ora anche queste nascite sono diminuite. Non sono più riviabili provvedimenti legislativi a sostegno delle famiglie giovani che intendono avere figli , l’assegno familiare unico di recente varo, va nella direzione giusta ma non basta . Per sotenere le giovani coppie è necessario ripensare ai servizi per la prima infanzia ( nidi e scuole materne) aumentando il numero dei posti disponibili e favorendo la frequenza dei bambini anche agendo  sulle rette, in particolare dei nidi. Occorre potenziare, in accordo con le Regioni che già stanno facendo molto su questo tema, i servizi di prevenzione che lavorino sul benessere delle famiglie in situazione di normalità. E’ necessario ripensare agli strumenti di conciliazione dei tempi di vita, di cura e di lavoro sostenendo anche economicamente interventi in collaborazione con il mondo imprenditoriale che ne trarrebbe beneficio in una logica di pari opportunità per non far ricadere tutto il peso della cura sulle donne. Per il sostegno al formarsi di una famiglia è necessario ripensare all’accesso alla casa e naturalmente al tema del lavoro dignitoso , stabile e giustamente remunerato ( vedi capitolo sul lavoro di questo documento). La vita va tutelata sempre fin dal suo inizio e fino alla conclusione naturale di ogni vita nel rispetto della dignità di ognuno assicurando accoglienza e cura delle persone svantaggiate e fragili, disabili, anziani e minori.

IL LAVORO

Il lavoro è il mezzo per la realizzazione della persona umana ce lo dice la Dottrina Sociale della Chiesa già dai suoi primordi , il lavoro è cambiato non è più quello classico della fabbrica, la pandemia ha provocato ancora cambiamenti ne pensati ne progettati , ma avvenuti per causa forza maggiore. Ripensare al tema del lavoro ci sembra una delle priorità per la prossima legislatura facendolo insieme ai lavoratori e al mondo imprenditoriale esercitando l’ascolto attivo , un ascolto delle parti che mette al centro la dignità del lavoro, la competenza e la collaborazione, senza dimenticare il tema della sostenibiltà. Occorre creare le condizioni perché i rapporti fra i soggetti del mondo del lavoro sia improntati al criterio della partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, non solo in termini di mera prestazione ma anche di coinvolgimento e responsabilizzazione sulle politiche di impresa. Parallelamente, l’attività imprenditoriale deve acquisire sempre più la consapevolezza del ruolo sociale che le è proprio, evitando tutte quelle situazioni che non riconoscono all’uomo-lavoratore la sua piena dignità e rispetto.

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Su questo tema vogliamo soffernarci. Tutti parlano di temi ecologici, della transizione ecologica, della salvaguardia del territorio. Siamo uleriormente spinti verso questa problematica dal rincaro delle materie prime. Ma cosa significa veramente ? Quanto la politica è pronta a fare davvero per andare verso un pianeta più pulito che già ci ha dato e ci sta dando segnali molto preoccupanti ? Lo può fare senza l’apporto convinto dei cittadini ? La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante e siamo in possesso di tecnologie e scoperte inimmaginabili qualche tempo fa eppure tutto sembra complicato e difficile. Le gionate delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani di Taranto nel 2021 hanno dimostrato nei fatti e con le buone pratiche che è possibile rendere il mondo un posto migliore ma non senza l’aiuto dei cittadini facciamo qualche esempio: le comunità energetiche, la cura minuziosa del territorio.,mancano le norme che possano accompagnare questi cambiamenti con facilità ripensando alla burocrazia in primis, semplificando i meccanismi autorizzativi e potenziando i controlli. Occorre avere la consapevolezza che la transizione ecologica in un mondo globalizzato e nella condizione di dipendenza energetica del nostro Paese, richiede tempi non brevi e la necessità di contemperare lo sviluppo delle fonti ecosostenibili con il graduale contenimento delle fonti tradizionali, senza rinunciare a priori all’impiego di  quelle tecnologie che consentono la compatibilità di tali fonti con l’equilibrio ambientale.

L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI

Guardandci intorno non possiamo non capire che il nostro Paese è già un paese multietnico e ancora tante persone provenienti dai tanti paesi del mondo bussano ai nostri confini, non è un fenomeno passeggero ma un vero proprio esodo dei poveri del mondo verso i paesi considerati ricchi dove è possibile  costruire un progetto di vita migliore per sè e per la propria famiglia. Come dice il Papa in “Fratelli Tutti” (121) “ Nessuno può rimanere escluso, a prescindere da dove sia nato, e tanto meno a causa dei privilegi che altri possiedono per esser nati in luoghi con maggiori opportunità. I confini e le frontiere degli Stati non possono impedire che questo si realizzi”.Le politiche sul’immigrazione non potranno prescindere da due capisaldi: la politica dell’emigrazione non può più essere nazionale, ma deve coinvolegere tutta l’Europa, la necessità di basare le politiche per una buona immigrazione su un elemento distintivo: il rispetto di ogni persona , l’integrazione basata sulla necessità del riconoscimento  del valore dell’altro della loro cultura e delle loro storia , sulla necessità di garantire l’esercizio del lavoro in condizioni di legalità e come fattore di sicirezza. Occorre pensare senza preconcetti al tema del diritto di cittadinanza soprattutto per i ragazzi e le ragazze nati nel nostro paese o che in Italia hanno studiato e stanno studiando , molti giovani di seconda generazione stanno dando un importante contribito di sviluppo al nostro Paese.

L’URGENZA  DELLA  PACE

La guerra che stiamo vivendo e che ormai non è più nemmeno una notizia di prima pagina, facendo passare  l’idea che ci si può abituare anche a quella era una cosa inimmaginabile solo qualche mese fa. La politica fino ad ora ha dato risposte di aiuti militari, certamente importanti per aiutare un paese sicuramente invaso , ma contemporaneamente dopo un iniziale e serrato sforzo diplomatico oggi sembra ,almeno apparentemente, che la diplomazia si sia arresa, è necessario riprendere con forza lo sforzo diplomatico internazionale che costringa le parti a trovare le soluzioni per arrivare  alla pace duratura. La pace è un interesse di tutti.

CONCLUSIONI

Spesso la politica e i candidati hanno fatto promesse elettorali che si sono rivelate solo promesse nella speranza forse che dopo le elezioni tutto finisca nell’oblio.

Ai candidati e poi agli eletti chiediamo promesse realizzabili , concrete , fatti e leggi a cui seguano i regolamenti attuativi , decisioni assunte e concretizzate per questo chiediamo una scolto dei territori non sporadico ma continuo .

Ci impegnamo a essere vigili sulle realizzazioni delle promesse, senza stare alla finestra ,ma a fare proposte e a continuare nel nostro impegno sociale per i bene del nostro territorio.

                                                                                                         

Cei: "Osare la speranza" - Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese

Osare la speranza

Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese

Dipende da noi: impegniamoci. È questo il messaggio che sentiamo di rivolgere a noi stessi, alle nostre comunità, a tutte le donne e gli uomini d’Italia. Stiamo attraversando una fase particolarmente delicata e complicata della storia: le nostre parole non sono un incoraggiamento ad andare avanti nonostante tutto, ma un invito a osare con speranza. Non semplice ottimismo, ma speranza e realismo cristiano. La guerra, la pandemia, la crisi ambientale e quella delle imprese, l’aumento generalizzato dei costi, il caro bollette... sono tutte questioni che ci addolorano terribilmente e ci preoccupano. Non possiamo mai abituarci a vedere la vita calpestata. Il nostro appello è motivato prima di tutto dalla nostra fede e dalla certezza che il Vangelo di Gesù continua ad essere una Buona Notizia per tutti. Ci sta a cuore il futuro di ogni persona umana. “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Siamo fratelli e sorelle. “Impegniamoci”, tutti insieme, per non cedere al pessimismo e alla rabbia. Vogliamo essere spettatori o protagonisti del futuro? L’Italia ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione. Vicini e solidali con chi soffre ed è in cerca di risposte ai tanti problemi quotidiani, rivolgiamo un appello agli elettori, ai giovani, a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al Parlamento.

Agli elettori

Il voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli “ultimi” e, per questo, possibile per tutti, e ospitale. Solo così può entrare il futuro! C’è un bisogno diffuso di comunità, da costruire e ricostruire sui territori in Italia e in Europa, con lo sguardo aperto al mondo, senza lasciare indietro nessuno. C’è urgenza di visioni ampie; di uno slancio culturale che sappia aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto. Il voto è una espressione qualificata della vita democratica di un Paese, ma è opportuno continuare a sentirsene partecipi attraverso tutti gli strumenti che la società civile ha a disposizione.

Ai giovani

Ai giovani, che per la prima volta si recano a un seggio elettorale, diciamo di avere fiducia! Con il vostro voto lanciate a tutta l’Italia un forte messaggio di partecipazione alla costruzione del bene comune, nel rispetto della persona, di tutte le persone in ogni fase della vita. Questo è il vero criterio per orientarsi nelle scelte. Il vostro impegno per la cura del Creato è un esempio per tutti. Vedere che i giovani si pongono dalla parte di chi vuole affrontare e risolvere i problemi è un segno che fa ben sperare. E impegna, allo stesso tempo, noi adulti a non tradire i vostri sogni.

Ai disillusi

A chi, dopo molti anni, è tentato di pensare che nulla cambierà anche stavolta, ricordiamo che il contributo di tutti è molto prezioso. Comprendiamo la vostra preoccupazione: sarà possibile mettere da parte le divisioni e guardare al bene del Paese? Vi invitiamo, però, a non far prevalere la delusione: impegniamoci! La partecipazione democratica è amore per il nostro Paese. Invitiamo chi si trova ad affrontare gravi problemi e si sente ai margini della società a non scoraggiarsi e a dare il proprio irrinunciabile contributo.

Agli eletti

Chiediamo ai futuri eletti di non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo di far sentire la sua voce. L’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale... È il tempo di scelte coraggiose e organiche. Non opportunismi, ma visioni. Vi invitiamo a vivere la responsabilità politica come “la forma più alta di carità”.

Prospettive

Ripartiamo dai luoghi di vita: qui abbiamo ritrovato il senso della prossimità durante la pandemia. Il Cammino sinodale che le Chiese in Italia stanno vivendo può costituire davvero un’opportunità per far progredire processi di corresponsabilità. È sempre nei luoghi di vita che abbiamo appreso l’arte del dialogo e dell’ascolto, ingredienti indispensabili per ricostruire le condizioni della partecipazione e del confronto. Riscopriamo e riproponiamo i principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà. Amiamo il nostro Paese. La Chiesa ricorderà sempre questo a tutti e continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità.

Consiglio Episcopale Permanente della Cei

 

 

Dai carcerati le ostie per il Congresso Eucaristico Nazionale

 
Sono stati i detenuti delle carceri di Opera (Milano) e di Castelfranco Emilia (Modena) a preparare le 35mila ostie che verranno distribuite durante le celebrazioni del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale, in programma a Matera dal 22 al 25 settembre. 
Promossa dall’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane, l’iniziativa vuole esprimere la condivisione spirituale dei ristretti con le Chiese in Italia e lanciare un messaggio forte che, oltrepassando le sbarre, possa raggiungere tutti. “Il pane che sulla mensa diventerà il Corpo di Cristo vuole essere la voce della speranza rivolta a tutte le comunità ecclesiali e al mondo civile per non dimenticare che, anche nelle carceri, c’è una Chiesa bisognosa di ascolto, di accoglienza e di riscatto”, sottolinea don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani delle carceri. 
Realizzato grazie al sostegno della Fondazione “La Casa dello Spirito e delle Arti” del carcere di Opera e alla Cooperativa sociale “Giorni Nuovi” e “Missione speranza” del carcere di Castelfranco Emilia, il progetto ha visto il coinvolgimento di numerosi detenuti: la produzione artigianale delle ostie è stata una tappa fondamentale nel loro cammino di riconciliazione e riparazione al male commesso, che viene sostenuto e incoraggiato da tanti cappellani e volontari che rendono le carceri luoghi di recupero e non polveriere di rabbia. “In questo tempo difficile e di crisi economica e sociale, gli Istituti Penitenziari hanno maggiormente bisogno di mani tese, di forze nuove di donne e uomini di buona volontà che sappiano curare le ferite, senza pregiudizio e disprezzo alcuno verso coloro che sono avvolti dal manto della prigione esistenziale”, afferma l’Ispettore generale, che invita a “ritornare al gusto del servizio, a indossare l’umile grembiule, a chinare il capo e a servire coloro che sono nella difficoltà”.
Il Congresso Eucaristico Nazionale, è l’auspicio di don Grimaldi, “ci faccia cogliere e comprendere ancora di più che in quel piccolo pezzo di pane, che nutre la nostra fragilità umana, oltre ad esserci Il Cristo Vivente, sono racchiusi anche i dolori dell’umanità, sono impressi i volti di coloro che vivono nelle carceri”.  
 
Foto: Archivio SIR
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