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“Verdi 27/01”: eventi a Busseto per onorare il Maestro nell’anniversario della morte

“Verdi 27/01” è un progetto di un Comitato costituito dalle associazioni di Busseto Doremiusic, Amici di Verdi, Nicolas Comati e Margherita Barezzi, in collaborazione con lo IAT di Busseto, lo scrittore Giancarlo Zanasi, l’ANPI di Busseto e numerosi volontari. Si tratta di un’ampia proposta di eventi, in programma a Busseto, in cinque luoghi significativi del paese, per l’intera giornata del 27 gennaio, giorno in cui nel 1901 morì il Maestro Giuseppe Verdi.

La morte di Giuseppe Verdi colpì in modo profondo e sincero l’intera popolazione italiana (ed anche europea) del tempo. Le manifestazioni spontanee di affetto e riconoscenza nei suoi confronti furono innumerevoli ed inaspettate, soprattutto se si considera che Verdi non era un capo di stato o una testa coronata, bensì un “artista” schivo, dal carattere apparentemente ruvido. Quali sono le ragioni di questo cordoglio universale che venne espresso da tutte le fasce della popolazione? Verdi 27/01 proporrà, nel giorno della ricorrenza della sua morte, alcuni spunti che ci aiuteranno a riflettere sul suo umanesimo, sulla grandezza della sua statura morale e sulla eredità musicale che ci ha lasciato.

Programma

Ore 9:30, Salone di Casa Barezzi: Giornata della Memoria

Presentazione del libro “E poi è arrivato un pilota che sembrava ubriaco” – Busseto, 1943-45, la guerra, a cura del prof. Adriano Concari. Proiezione del video sull’esecuzione dell’Inno delle Nazioni di Verdi diretto da Arturo Toscanini.
Il 27 gennaio alle ore 10.30 in piazza Verdi il sindaco di Busseto leggerà l’annuncio della morte di Giuseppe Verdi direttamente dal manifesto originale del 1901.

Ore 10:30, Casa Protetta: “Un trio per Verdi” (in collaborazione con Verdi Off e Festival Verdi). Alessandro Schiavetta – Clarinetto, Eoin Setti – Sax, Andrea Coruzzi – Fisarmonica si esibiranno in un concerto con programma verdiano.

Ore 11:00, presso il Teatro Verdi: “L’Orchestra del Liceo Bertolucci” - “Concerto” Gli allievi del Liceo Musicale “Attilio Bertolucci” in una performance originale. Uno speciale invito a teatro per assistere ad un concerto di giovani musicisti.

Dalle ore 15:00 in piazza Verdi: “Passeggiando ascolto Verdi”

Chi si troverà in piazza Verdi per una visita al monumento, al Teatro o a Casa Barezzi, sarà avvolto dalle più famose melodie del Maestro, che saranno diffuse dalla sede dell’associazione Doremiusic. Ad eseguirle saranno gli allievi della classe di pianoforte della maestra Sara Piceni.

Ore 15:00 presso il Salone Barezzi: “Favola recitata. Un incontro speciale: Nicolas e Giuseppe Verdi - Musica in Paradiso”

E’ un nuovo racconto scritto da Sonia Mezzadri, la seconda puntata della serie dedicata ad un incontro speciale tra Nicolas Comati e Giuseppe Verdi “in Paradiso”. Il racconto rispecchia la primaria vocazione dell’Associazione Nicolas Comati quale promotrice di educazione e buona condotta sulle strade. Ne sarà protagonista la stessa autrice insieme alla voce maschile di Gian Carlo Zanasi.

Ore 16:00 presso il Salone Barezzi: “Riflessioni sull’uomo Verdi”

Il prof. Giuseppe Bonazzi, docente di Economia ed estimo rurale presso l’Università di Parma, parlerà di Verdi imprenditore, agricoltore e benefattore, accompagnato dalle note del Doremiusic Ensemble.

Ore 18, nella chiesa Collegiata Santa Messa alla presenza delle autorità. I canti saranno eseguiti dalla Schola Cantorum S. Cecilia di Corridonia, in provincia di Macerata, grazie all’interessamento degli “Amici di Verdi” presso il presidente Giordano Andreozzi. Il repertorio sarò tutto di musica sacra. Come introduzione alla celebrazione saranno eseguiti a cappella a 4 voci femminili Laudi alla Vergine Maria di G. Verdi e il Requiem di G. Puccini a 3 voci miste, viola (M°. Giancarlo Catelli) e organo (M° Paolo Bottini). All’ingresso sarà cantato Cantate Domino di V. Miserachs; all’offertorio O Sacrum convivium di L. Perosi; alla Comunione O salutaris hostia di C. Gounod e Ave verum di P. Stopford; al congedo il Magnificat di C. Celsi. Dirigerà la Schola Cantorum il M°. Alessandro Buffone. Al termine anche i coristi si uniranno ai fedeli nel canto del Và pensiero presso il monumento a G. Verdi eretto nell’omonima piazza.

Ore 21:00, presso il Teatro Verdi: “La voce di Verdi”

In questo spettacolo musicale protagonista sarà la voce di Giuseppe Verdi, nelle arie delle sue celebri opere interpretate da giovani cantanti (Renata Campanella, Loris Dalla Costa, Enrica Macaro, Ksenia Overko e Davide Piaggio) accompagnati al pianoforte dal Maestro Gian Francesco Amoroso. L’esecuzione di alcuni suoi brani, rivisitati in chiave jazz dal sassofonista Alessandro Bertozzi e dal pianista Mario Zara, ci riporteranno alla contemporaneità dell’eredità artistica del Maestro. L’accompagnamento nel mondo Verdiano sarà guidato dalle voci dei narratori Sabina Borelli e Giancarlo Zanasi e dai fruscii degli storici costumi di scena del Teatro Regio di Parma (per le opere verdiane allestite tra il 1919 e il 2006) indossati da dieci ragazze.

Tutti gli spettacoli proposti da “Verdi 27/01” sono gratuiti e ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

Il Giorno della Memoria perchè l’orrore della Shoah non si ripeta

Con la legge n. 211 del 2000 la Repubblica italiana “riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Per commemorare le vittime dell’Olocausto, per tenere vivo il ricordo dei tragici fatti e per fare in modo che non si commettano mai più gli errori compiuti in passato, l’Amministrazione comunale di Fidenza organizza iniziative, destinate prioritariamente alle scuole, aperte a tutte le cittadine e a tutti i cittadini.

Da martedì 23 gennaio a lunedì 19 febbraio presso l’oratorio di San Giorgio si terrà la mostra “I genocidi del XX secolo”. La mostra racconta i genocidi di armeni, ebrei e tutsi nel Novecento. Si tratta di 25 pannelli realizzati dal Memorial de la Shoah di Parigi nell’ambito della collaborazione con l’Assemblea regionale dell’Emilia Romagna.

Presso il Centro Giovanile di via Mazzini, nelle mattinate del 24, 26, 29 e 31 gennaio, per le scuole superiori sarà proiettato il film “One Life” di James Hawes. Come in Schindler’s List di Spielberg, il film narra di un elenco di nomi di persone da salvare.

Giovedì 25 gennaio, alle ore 11:00, presso il Ridotto del Teatro Magnani, Annalisa Consolo parlerà di Etty Hillesum, una giovane donna che visse in uno dei periodi più oscuri dello scorso secolo: la Shoah nell’Olanda occupata dai nazisti.

Per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di 1° grado venerdì 26 gennaio alle ore 11:00 per le vie del centro storico si terrà “Run for Mem”, una corsa sportiva non competitiva. La finalità é quella di far leva sullo sport per far crescere la consapevolezza nei giovani partecipanti della forza della vita raccontando quanto accaduto perché non si ripeta.

Venerdì 26 gennaio, alle ore 20:30, presso il teatro G. Magnani, le scuole secondarie di 1° grado eseguiranno brani musicali che, con diversi registri narrativi, restituiranno l’esperienza dell’olocausto ed inviteranno ad una riflessione su quei tragici eventi.

Martedì 30 gennaio, alle ore 11:00, presso il Ridotto del teatro G. Magnani, Carlo Bocchialini parlerà di Tina Baldi, giusta tra le Nazioni. Si tratta di un’italiana che prestò aiuto agli Ebrei con una resistenza morale e senza ricorrere alle armi.

Da lunedì 22 gennaio a sabato 17 febbraio presso PuntoGiovaneFidenza sarà possibile visistare l’esposizione dedicata alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dal titolo “Quanti diritti hai?”.

Conosciamo insieme la parrocchia di San Giuseppe Lavoratore in Fidenza

Nella parrocchia cittadina di San Giuseppe Lavoratore in Fidenza tante sono le attività che coinvolgono la comunità parrocchiale. Una di queste è senz’altro la cura di “OrtoGiardino”, situato in un terreno adiacente la chiesa.

Nato nel 2019 con finalità socio-educative, da diverso tempo è un’opportunità che aiuta le persone a coltivare buone relazioni e a prendersi cura del quartiere con amore e responsabilità. Tante tipologie di fiori e di verdure vengono coltivate da instancabili volontari che innaffiano e raccolgono i frutti del campo spesso aiutati dagli alunni delle scuole cittadine; il tutto con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza verso la cura dell’ambiente e a uno stile di vita più sostenibile.

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E quando l’orto necessita di alcuni lavoretti di manutenzione sono numerosi coloro che si fanno avanti per prendersene cura. Proprio in questo luogo, nato dalla voglia di lavorare insieme la terra, di accoglierne gioiosi i suoi frutti, di prendersi cura del quartiere circostante, di condividere un percorso improntato a una quotidianità più sostenibile, spesso vengono promossi eventi come il mercatino di produttori locali e di commercio equo o attività di semina dell’orto.
Tutti infatti possono contribuire ad arricchire l’orto: piantando nuovi semi, sfalciando l’erba quando occorre, raccogliendo fiori e frutti per donarli ai più bisognosi. L’intento di questa esperienza è anche quello di attuare un percorso di formazione, rivolto soprattutto ai più piccoli, verso temi come sostenibilità ambientale, biodiversità e agricoltura urbana.

In seno alla parrocchia di San Giuseppe Lavoratore è nato anche il gruppo “Laudato sì”, che ogni mese promuove l’approfondimento dell’enciclica di Papa Francesco attraverso alcuni incontri serali. Tante le tematiche prese in esame: la comunità energetica e il cibo, l’economia e la finanza, la difesa del creato, l’avvio di cambiamenti all’interno della comunità. Argomenti che hanno fatto riflettere, hanno suscitato interrogativi, hanno mostrato che un cambiamento é possibile.

 

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Ogni anno viene promosso anche un pranzo solidale per ritrovarsi insieme e per parlare del cammino svolto. E in occasione del tempo del Creato, la celebrazione eucaristica viene dedicata al tema “In ascolto del grido delle creature” con le testimonianze di numerosi volontari. Non mancano poi mostre, la visione di docu-film, la lettura di alcuni passaggi tratti dalla “Laudato sì” per mettersi in ascolto del grido delle creature, dei poveri, dei giovani, della terra.

Quest’anno è stata inaugurata e benedetta la “Via del Creato” nel Parco della Pace che abbraccia la parrocchia. Si tratta di 14 tappe per riflettere, meditare, ascoltare e promuovere attività relative alla Casa comune. “Che la giustizia e la pace scorrano come fiume possente” (Osea 5, 24) è lo slogan che ha offerto papa Francesco per vivere il Tempo del Creato. E ogni domenica dall’ascolto della Parola nascono nuove idee, riflessioni e proposte per tenere viva la voglia di cambiare e migliorare tutto quello che fa parte dell’ambiente circostante.

San Vitale, s. Messa in memoria della battaglia di Nikolajewka

Nella parrocchia di San Vitale a Salsomaggiore Terme il parroco don Bogdan Wilczewski ha celebrato una s. Messa al termine della quale è stata ricordata la battaglia di Nikolajewka combattuta il 26 gennaio 1943 dagli Alpini durante la ritirata di Russia.

Presenti le autorità civili e militari, unitamente a numerosi Alpini e ai rappresentanti della locale sezione dell’Anpi. Nel maggio del 2022 il Parlamento italiano ha approvato la prima Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini da celebrarsi ogni 26 gennaio. E’ un modo per ricordare i tantissimi caduti di questa campagna militare, che ha visto morire migliaia di soldati lontani dalle loro case e dai loro affetti.

Istituto comprensivo di Busseto, in dono un libro sul periodo 1943-45

Nell’ambito delle celebrazioni dell’80° dell’inizio della lotta di liberazione e in prossimità del Giorno della Memoria nel salone Napolitano dell’Istituto comprensivo di Busseto è stata consegnata agli alunni di terza media una copia del libro “E poi è arrivato un pilota che sembrava ubriaco”. Il volume è stato curato dal presidente dell’Anpi di Busseto, Adriano Concari. Il libro vuole essere un significativo strumento di conoscenza e di lavoro per gli alunni che insieme ai loro insegnanti potranno mantenere viva la memoria di ciò che accadde a Busseto e frazioni dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945.

A Villanova d’Arda ospiti il coro dell’Unitre e la Corale San Donnino

Il 21 gennaio scorso presso la chiesa di Villanova d’Arda il Coro dell’Unitre di Fidenza, diretto da Maria Laura di Gennaro, e la Corale San Donnino, diretta da Giovanni Chiapponi, si sono alternati durante l’esecuzione del concerto “Canti in coro”, giunto all’ottava edizione. Un folto e attento pubblico ha preso parte all’evento e ha tributato calorosi applausi ai due gruppi corali. Hanno introdotto il concerto il parroco don Maurizio Chiesa e il sindaco di Villanova Romano Freddi.

Il programma, ancora incentrato su temi natalizi, ha riscosso vivi consensi. Al termine i due gruppi si sono uniti per un canto finale.

Pubblicato il bando per aderire al Servizio Civile Universale

E’ stato pubblicato il bando per aderire al Servizio Civile Universale (termine ultimo: 15 febbraio). Tante le possibilità per ragazze e ragazzi dai 18 ai 28 anni per scegliere un progetto che proponga un’attività adeguata ai propri interessi. Il servizio civile è soprat- tutto “imparare facendo” ma anche tanta formazione: è l’occasione per apprendere competenze specifiche, per conoscere realtà e persone nuove nell’attività quotidiana; tante occasioni diverse di condivisione e amicizia.

Per scoprire i progetti disponibili nella provincia di Parma è possibile consultare il sito: www.serviziocivileparma.it.

A Faenza i giornalisti della regione riuniti nella festa di San Francesco di Sales

“Alluvione, guerra, intelligenza artificiale: nelle sfide del nostro tempo la deontologia e l’informazione con la sapienza del cuoreè il titolo dell’incontro regionale che si svolgerà in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, venerdì 26 gennaio 2024 (ore 15-19) nell’Aula Magna del Seminario Pio XII, in via degli Insorti 2/A a Faenza.

La XIX edizione, organizzata dall’Ufficio Comunicazioni sociali della Ceer e dell’Arcidiocesi di Bologna, in collaborazione con l’Ordine regionale dei giornalisti, Fisc, Ucsi, Acec, altre realtà e con la diocesi di Faenza-Modigliana e il settimanale “Il Piccolo”, riprenderà anche il messaggio di Papa Francesco per la 58a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.

Dopo i saluti di Massimo Isola, sindaco di Faenza, e di Mons. Giovanni Mosciatti, vescovo delegato per le comunicazioni sociali Ceer, vi saranno gli interventi dei giornalisti Silvestro Ramunno, presidente dell’Odg dell’Emilia-Romagna, Samuele Marchi, direttore de “Il Piccolo” e vicedirettore del “Corriere Cesenate”, edizione di Faenza, e Vincenzo Corrado, direttore Ufficio nazionale Comunicazioni sociali Cei. Sono previsti anche gli interventi-testimonianze di Daniela Verlicchi (Ravenna), Francesco Zanotti (Cesena), Andrea Ferri (Imola), Luigi Lamma (Carpi), Martina Pacini (Fidenza). Le conclusioni saranno di Mons. Mario Toso, vescovo della diocesi di Faenza-Modigliana.

Il seminario è anche corso di formazione per giornalisti con l’acquisizione di crediti deontologici (previa iscrizione su https://www.formazionegiornalisti.it). Verranno ripresi, inoltre, i contenuti del convegno nazionale Ucs Cei e dell’Assemblea nazionale Fisc svoltisi di recente a Roma, e sarà pure l’occasione per presentare i progetti di comunicazione delle varie diocesi. L’obiettivo del convegno è quello di stimolare nei vari ambiti una rinnovata presenza pastorale per comunicare la vita della Chiesa e formare i giornalisti al rispetto delle regole deontologiche nel veloce cambiamento in atto, nella rapida innovazione tecnologica, nelle sfide poste dai drammi delle guerre in corso e dall’intelligenza artificiale. Si approfondirà anche il modo in cui è stato raccontato il dramma dell’alluvione e del recente terremoto in Romagna. Il corso, inoltre, intende sviluppare linguaggi multimediali di educazione alla pace e alla cura dell’ambiente, di condivisione e di comunità. L’appuntamento regionale continua anche il percorso sinodale  che si svolge pure con incontri promossi dagli Uffici per le Comunicazioni sociali nelle varie diocesi. In occasione della festa di San Francesco di Sales sono previsti altri appuntamenti nelle diocesi.

 

Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: il messaggio del Papa per la 58° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre per la 58ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno si celebra, in molti Paesi, il 12 maggio 2024 sul tema: Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana:

Intelligenza artificiale e sapienza del cuore:

per una comunicazione pienamente umana

Cari fratelli e sorelle!

L’evoluzione dei sistemi della cosiddetta “intelligenza artificiale”, sulla quale ho già riflettuto nel recente Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, sta modificando in modo radicale anche l’informazione e la comunicazione e, attraverso di esse, alcune basi della convivenza civile. Si tratta di un cambiamento che coinvolge tutti, non solo i professionisti. L’accelerata diffusione di meravigliose invenzioni, il cui funzionamento e le cui potenzialità sono indecifrabili per la maggior parte di noi, suscita uno stupore che oscilla tra entusiasmo e disorientamento e ci pone inevitabilmente davanti a domande di fondo: cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?

A partire dal cuore

Innanzitutto conviene sgombrare il terreno dalle letture catastrofiche e dai loro effetti paralizzanti. Già un secolo fa, riflettendo sulla tecnica e sull’uomo, Romano Guardini invitava a non irrigidirsi contro il “nuovo” nel tentativo di «conservare un bel mondo condannato a sparire». Al tempo stesso, però, in modo accorato ammoniva profeticamente: «Il nostro posto è nel divenire. Noi dobbiamo inserirvici, ciascuno al proprio posto (…), aderendovi onestamente ma rimanendo tuttavia sensibili, con un cuore incorruttibile, a tutto ciò che di distruttivo e di non umano è in esso». E concludeva: «Si tratta, è vero, di problemi di natura tecnica, scientifica, politica; ma essi non possono esser risolti se non procedendo dall’uomo. Deve formarsi un nuovo tipo umano, dotato di una più profonda spiritualità, di una libertà e di una interiorità nuove»[1].

In quest’epoca che rischia di essere ricca di tecnica e povera di umanità, la nostra riflessione non può che partire dal cuore umano[2]. Solo dotandoci di uno sguardo spirituale, solo recuperando una sapienza del cuore, possiamo leggere e interpretare la novità del nostro tempo e riscoprire la via per una comunicazione pienamente umana. Il cuore, inteso biblicamente come sede della libertà e delle decisioni più importanti della vita, è simbolo di integrità, di unità, ma evoca anche gli affetti, i desideri, i sogni, ed è soprattutto luogo interiore dell’incontro con Dio. La sapienza del cuore è perciò quella virtù che ci permette di tessere insieme il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le altezze e le fragilità, il passato e il futuro, l’io e il noi.

Questa sapienza del cuore si lascia trovare da chi la cerca e si lascia vedere da chi la ama; previene chi la desidera e va in cerca di chi ne è degno (cfr Sap 6,12-16). Sta con chi accetta consigli (cfr Pr 13,10), con chi ha il cuore docile, un cuore che ascolta (cfr 1 Re 3,9). Essa è un dono dello Spirito Santo, che permette di vedere le cose con gli occhi di Dio, di comprendere i nessi, le situazioni, gli avvenimenti e di scoprirne il senso. Senza questa sapienza l’esistenza diventa insipida, perché è proprio la sapienza – la cui radice latina sapere la accomuna al sapore – a donare gusto alla vita.

Opportunità e pericolo

Non possiamo pretendere questa sapienza dalle macchine. Benché il termine intelligenza artificiale abbia ormai soppiantato quello più corretto, utilizzato nella letteratura scientifica, machine learning, l’utilizzo stesso della parola “intelligenza” è fuorviante. Le macchine possiedono certamente una capacità smisuratamente maggiore rispetto all’uomo di memorizzare i dati e di correlarli tra loro, ma spetta all’uomo e solo a lui decodificarne il senso. Non si tratta quindi di esigere dalle macchine che sembrino umane. Si tratta piuttosto di svegliare l’uomo dall’ipnosi in cui cade per il suo delirio di onnipotenza, credendosi soggetto totalmente autonomo e autoreferenziale, separato da ogni legame sociale e dimentico della sua creaturalità.

In realtà, l’uomo da sempre sperimenta di non bastare a sé stesso e cerca di superare la propria vulnerabilità servendosi di ogni mezzo. A partire dai primi manufatti preistorici, utilizzati come prolungamenti delle braccia, attraverso i media impiegati come estensione della parola, siamo oggi giunti alle più sofisticate macchine che agiscono come ausilio del pensiero. Ognuna di queste realtà può però essere contaminata dalla tentazione originaria di diventare come Dio senza Dio (cfr Gen 3), cioè di voler conquistare con le proprie forze ciò che andrebbe invece accolto come dono da Dio e vissuto nella relazione con gli altri.

A seconda dell’orientamento del cuore, ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità o pericolo. Il suo stesso corpo, creato per essere luogo di comunicazione e comunione, può diventare mezzo di aggressività. Allo stesso modo ogni prolungamento tecnico dell’uomo può essere strumento di servizio amorevole o di dominio ostile. I sistemi di intelligenza artificiale possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse. Possono ad esempio rendere raggiungibile e comprensibile un enorme patrimonio di conoscenze scritto in epoche passate o far comunicare le persone in lingue per loro sconosciute. Ma possono al tempo stesso essere strumenti di “inquinamento cognitivo”, di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute – e condivise – come se fossero vere. Basti pensare al problema della disinformazione che stiamo affrontando da anni nella fattispecie delle fake news[3] e che oggi si avvale del deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false (è capitato anche a me di esserne oggetto), o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto. La simulazione, che è alla base di questi programmi, può essere utile in alcuni campi specifici, ma diventa perversa là dove distorce il rapporto con gli altri e la realtà.

Della prima ondata di intelligenza artificiale, quella dei social media, abbiamo già compreso l’ambivalenza toccandone con mano, accanto alle opportunità, anche i rischi e le patologie. Il secondo livello di intelligenze artificiali generative segna un indiscutibile salto qualitativo. È importante quindi avere la possibilità di comprendere, capire e regolamentare strumenti che nelle mani sbagliate potrebbero aprire scenari negativi. Come ogni altra cosa uscita dalla mente e dalle mani dell’uomo, anche gli algoritmi non sono neutri. Perciò è necessario agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico. Rinnovo dunque il mio appello esortando «la Comunità delle nazioni a lavorare unita al fine di adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme»[4].Tuttavia, come in ogni ambito umano, la regolamentazione non basta.

Crescere in umanità

Siamo chiamati a crescere insieme, in umanità e come umanità. La sfida che ci è posta dinanzi è di fare un salto di qualità per essere all’altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale. Sta a noi interrogarci sullo sviluppo teorico e sull’uso pratico di questi nuovi strumenti di comunicazione e di conoscenza. Grandi possibilità di bene accompagnano il rischio che tutto si trasformi in un calcolo astratto, che riduce le persone a dati, il pensiero a uno schema, l’esperienza a un caso, il bene al profitto, e soprattutto che si finisca col negare l’unicità di ogni persona e della sua storia, col dissolvere la concretezza della realtà in una serie di dati statistici.

La rivoluzione digitale può renderci più liberi, ma non certo se ci imprigiona nei modelli oggi noti come echo chamber. In questi casi, anziché accrescere il pluralismo dell’informazione, si rischia di trovarsi sperduti in una palude anonima, assecondando gli interessi del mercato o del potere. Non è accettabile che l’uso dell’intelligenza artificiale conduca a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva. La rappresentazione della realtà in big data, per quanto funzionale alla gestione delle macchine, implica infatti una perdita sostanziale della verità delle cose, che ostacola la comunicazione interpersonale e rischia di danneggiare la nostra stessa umanità. L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione.

Penso al racconto delle guerre e a quella “guerra parallela” che si fa tramite campagne di disinformazione. E penso a quanti reporter sono feriti o muoiono sul campo per permetterci di vedere quello che i loro occhi hanno visto. Perché solo toccando con mano la sofferenza dei bambini, delle donne e degli uomini, si può comprendere l’assurdità delle guerre.

L’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa.

Interrogativi per l’oggi e il domani

Alcune domande sorgono dunque spontanee: come tutelare la professionalità e la dignità dei lavoratori nel campo della comunicazione e della informazione, insieme a quella degli utenti in tutto il mondo? Come garantire l’interoperabilità delle piattaforme? Come far sì che le aziende che sviluppano piattaforme digitali si assumano le proprie responsabilità rispetto a ciò che diffondono e da cui traggono profitto, analogamente a quanto avviene per gli editori dei media tradizionali? Come rendere più trasparenti i criteri alla base degli algoritmi di indicizzazione e de-indicizzazione e dei motori di ricerca, capaci di esaltare o cancellare persone e opinioni, storie e culture? Come garantire la trasparenza dei processi informativi? Come rendere evidente la paternità degli scritti e tracciabili le fonti, impedendo il paravento dell’anonimato? Come rendere manifesto se un’immagine o un video ritraggono un evento o lo simulano? Come evitare che le fonti si riducano a una sola, a un pensiero unico elaborato algoritmicamente? E come invece promuovere un ambiente adatto a preservare il pluralismo e a rappresentare la complessità della realtà? Come possiamo rendere sostenibile questo strumento potente, costoso ed estremamente energivoro? Come possiamo renderlo accessibile anche ai paesi in via di sviluppo?

Dalle risposte a questi e ad altri interrogativi capiremo se l’intelligenza artificiale finirà per costruire nuove caste basate sul dominio informativo, generando nuove forme di sfruttamento e di diseguaglianza; oppure se, al contrario, porterà più eguaglianza, promuovendo una corretta informazione e una maggiore consapevolezza del passaggio di epoca che stiamo attraversando, favorendo l’ascolto dei molteplici bisogni delle persone e dei popoli, in un sistema di informazione articolato e pluralista. Da una parte si profila lo spettro di una nuova schiavitù, dall’altra una conquista di libertà; da una parte la possibilità che pochi condizionino il pensiero di tutti, dall’altra quella che tutti partecipino all’elaborazione del pensiero.

La risposta non è scritta, dipende da noi. Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza. Questa sapienza matura facendo tesoro del tempo e abbracciando le vulnerabilità. Cresce nell’alleanza fra le generazioni, fra chi ha memoria del passato e chi ha visione di futuro. Solo insieme cresce la capacità di discernere, di vigilare, di vedere le cose a partire dal loro compimento. Per non smarrire la nostra umanità, ricerchiamo la Sapienza che è prima di ogni cosa (cfr Sir 1,4), che passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti (cfr Sap 7,27): ci aiuterà ad allineare anche i sistemi dell’intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana.

Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2024

FRANCESCO

 

Foto: Pexels

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