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Cei: "Osare la speranza" - Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese

Osare la speranza

Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese

Dipende da noi: impegniamoci. È questo il messaggio che sentiamo di rivolgere a noi stessi, alle nostre comunità, a tutte le donne e gli uomini d’Italia. Stiamo attraversando una fase particolarmente delicata e complicata della storia: le nostre parole non sono un incoraggiamento ad andare avanti nonostante tutto, ma un invito a osare con speranza. Non semplice ottimismo, ma speranza e realismo cristiano. La guerra, la pandemia, la crisi ambientale e quella delle imprese, l’aumento generalizzato dei costi, il caro bollette... sono tutte questioni che ci addolorano terribilmente e ci preoccupano. Non possiamo mai abituarci a vedere la vita calpestata. Il nostro appello è motivato prima di tutto dalla nostra fede e dalla certezza che il Vangelo di Gesù continua ad essere una Buona Notizia per tutti. Ci sta a cuore il futuro di ogni persona umana. “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Siamo fratelli e sorelle. “Impegniamoci”, tutti insieme, per non cedere al pessimismo e alla rabbia. Vogliamo essere spettatori o protagonisti del futuro? L’Italia ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione. Vicini e solidali con chi soffre ed è in cerca di risposte ai tanti problemi quotidiani, rivolgiamo un appello agli elettori, ai giovani, a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al Parlamento.

Agli elettori

Il voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli “ultimi” e, per questo, possibile per tutti, e ospitale. Solo così può entrare il futuro! C’è un bisogno diffuso di comunità, da costruire e ricostruire sui territori in Italia e in Europa, con lo sguardo aperto al mondo, senza lasciare indietro nessuno. C’è urgenza di visioni ampie; di uno slancio culturale che sappia aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto. Il voto è una espressione qualificata della vita democratica di un Paese, ma è opportuno continuare a sentirsene partecipi attraverso tutti gli strumenti che la società civile ha a disposizione.

Ai giovani

Ai giovani, che per la prima volta si recano a un seggio elettorale, diciamo di avere fiducia! Con il vostro voto lanciate a tutta l’Italia un forte messaggio di partecipazione alla costruzione del bene comune, nel rispetto della persona, di tutte le persone in ogni fase della vita. Questo è il vero criterio per orientarsi nelle scelte. Il vostro impegno per la cura del Creato è un esempio per tutti. Vedere che i giovani si pongono dalla parte di chi vuole affrontare e risolvere i problemi è un segno che fa ben sperare. E impegna, allo stesso tempo, noi adulti a non tradire i vostri sogni.

Ai disillusi

A chi, dopo molti anni, è tentato di pensare che nulla cambierà anche stavolta, ricordiamo che il contributo di tutti è molto prezioso. Comprendiamo la vostra preoccupazione: sarà possibile mettere da parte le divisioni e guardare al bene del Paese? Vi invitiamo, però, a non far prevalere la delusione: impegniamoci! La partecipazione democratica è amore per il nostro Paese. Invitiamo chi si trova ad affrontare gravi problemi e si sente ai margini della società a non scoraggiarsi e a dare il proprio irrinunciabile contributo.

Agli eletti

Chiediamo ai futuri eletti di non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo di far sentire la sua voce. L’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale... È il tempo di scelte coraggiose e organiche. Non opportunismi, ma visioni. Vi invitiamo a vivere la responsabilità politica come “la forma più alta di carità”.

Prospettive

Ripartiamo dai luoghi di vita: qui abbiamo ritrovato il senso della prossimità durante la pandemia. Il Cammino sinodale che le Chiese in Italia stanno vivendo può costituire davvero un’opportunità per far progredire processi di corresponsabilità. È sempre nei luoghi di vita che abbiamo appreso l’arte del dialogo e dell’ascolto, ingredienti indispensabili per ricostruire le condizioni della partecipazione e del confronto. Riscopriamo e riproponiamo i principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà. Amiamo il nostro Paese. La Chiesa ricorderà sempre questo a tutti e continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità.

Consiglio Episcopale Permanente della Cei

 

 

Dai carcerati le ostie per il Congresso Eucaristico Nazionale

 
Sono stati i detenuti delle carceri di Opera (Milano) e di Castelfranco Emilia (Modena) a preparare le 35mila ostie che verranno distribuite durante le celebrazioni del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale, in programma a Matera dal 22 al 25 settembre. 
Promossa dall’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane, l’iniziativa vuole esprimere la condivisione spirituale dei ristretti con le Chiese in Italia e lanciare un messaggio forte che, oltrepassando le sbarre, possa raggiungere tutti. “Il pane che sulla mensa diventerà il Corpo di Cristo vuole essere la voce della speranza rivolta a tutte le comunità ecclesiali e al mondo civile per non dimenticare che, anche nelle carceri, c’è una Chiesa bisognosa di ascolto, di accoglienza e di riscatto”, sottolinea don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani delle carceri. 
Realizzato grazie al sostegno della Fondazione “La Casa dello Spirito e delle Arti” del carcere di Opera e alla Cooperativa sociale “Giorni Nuovi” e “Missione speranza” del carcere di Castelfranco Emilia, il progetto ha visto il coinvolgimento di numerosi detenuti: la produzione artigianale delle ostie è stata una tappa fondamentale nel loro cammino di riconciliazione e riparazione al male commesso, che viene sostenuto e incoraggiato da tanti cappellani e volontari che rendono le carceri luoghi di recupero e non polveriere di rabbia. “In questo tempo difficile e di crisi economica e sociale, gli Istituti Penitenziari hanno maggiormente bisogno di mani tese, di forze nuove di donne e uomini di buona volontà che sappiano curare le ferite, senza pregiudizio e disprezzo alcuno verso coloro che sono avvolti dal manto della prigione esistenziale”, afferma l’Ispettore generale, che invita a “ritornare al gusto del servizio, a indossare l’umile grembiule, a chinare il capo e a servire coloro che sono nella difficoltà”.
Il Congresso Eucaristico Nazionale, è l’auspicio di don Grimaldi, “ci faccia cogliere e comprendere ancora di più che in quel piccolo pezzo di pane, che nutre la nostra fragilità umana, oltre ad esserci Il Cristo Vivente, sono racchiusi anche i dolori dell’umanità, sono impressi i volti di coloro che vivono nelle carceri”.  
 
Foto: Archivio SIR

A Careno accanto a chi soffre in un cammino di carità

L’Ufficio per la Pastorale della Salute insieme all’AMCI, sezione “Claudio Carosino”, invita all’incontro che si terrà presso il santuario di Careno sabato 10 settembre. Saranno presenti medici, infermieri, associazioni di volontariato operanti nel mondo della sanità insieme alle autorità sanitarie istituzionali.

Dopo la preghiera introduttiva (ore 10) avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Fidenza, mons. Ovidio Vezzoli.

La proposta dell'"Università delle Tre Età" per l'anno accademico 2022-2023

"L’Associazione, negli ultimi due anni, ha risposto alle finalità e agli obiettivi statutari con determinazione, ricorrendo a nuove modalità per educare, formare e informare nell’ottica di una educazione permanente, ricorrente e sempre rinnovata che promuovesse la crescita degli associati e del territorio.  In questa ottica la Didattica a Distanza è stata un’opportunità che ha permesso di arrivare direttamente nelle case di ognuno.L’anno 2022-2023 che inizierà ad ottobre, se le condizioni pandemiche lo consentiranno, prevede lezioni in presenza, con quella condivisione di esperienze che le connota, e manterrà anche, quando possibile e necessario, modalità in streaming (a distanza).
 Garantire l’accesso alle proposte dell’Unitre a tutti coloro che lo desiderino, è l’obiettivo sfidante del prossimo anno, unito ad un inesauribile desiderio di normalità che è assunzione di responsabilità nei confronti di tutte le generazioni.Mantenere aperti “i cancelli del sapere” è l’unico efficace strumento per navigare in un’era che si presenta largamente ignota."
 
Questa premessa, ripresa dal Libretto Universitario recentemente pubblicato, ci aiuta a capire come l'Università delle Tre Età intenda procedere nell'anno accademico 2022-2023 che inizierà ad ottobre. Tutto quanto è necessario sapere è ben spiegato nel menzionato Libretto Universitario che comprende sia il Programma dei Corsi che quello dei Laboratori e delle altre proposte aperte a tutti.
Per meglio orientare le scelte i docenti illustreranno brevemente i rispettivi loro corsi negli incontri preliminari, aperti a tutta la cittadinanza, che si terranno presso la sede nell'Aula Magna dalle 16.00 alle 18.00 di venerdì 16 e sabato 17 settembre 2022.
 
Quest’anno ci saranno tre diverse modalità di erogazione dei corsi: in presenza, quando il corso si svolge presso l’Unitre esclusivamente in aula o laboratorio con la presenza del docente e dei corsisti; a distanza, il corso è fruibile solamente a distanza tramite collegamento con Zoom come negli ultimi due anni accademici; misto quando il corso si svolge presso l’Unitre in aula con la presenza del docente e dei corsisti ma è anche possibile seguire il corso a distanza mediante collegamento con Zoom.
 

S. Messa e processione con la comunità ecuadoregna per invocare l’intercessione della Madonna del Cigno (Cisne)

Ancora una volta la comunità ecuadoregna presente sul territorio si ritroverà per lodare il Signore e invocare l’intercessione della Beata Vergine Maria del Cigno (Cisne).
Domenica 4 settembre alle ore 9.30 il Vescovo Ovidio presiederà la s. Messa nella chiesa di s. Michele Arcangelo, dove è ospitata la statua della Madonna. Seguirà la tradizionale processione con l’effigie che da molto tempo anima le vie della città. A conclusione della mattinata di fede, festa e gioia, un momento conviviale in oratorio.
Celebrare la festa della Madonna del Cigno significa, per la parrocchia, sentirsi comunità cattolica generata dalla bellezza dell’universalità del messaggio evangelico che è destinato ad ogni popolo e nazione.
 
 
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A Samboseto la celebrazione eucaristica in ricordo del card. Carlo Caffarra a 5 anni dalla scomparsa

Domenica 4 settembre alle ore 9 nella chiesa di Samboseto avrà luogo la celebrazione eucaristica in ricordo del card. Carlo Caffarra.
E’ sempre molto vivo a Samboseto il ricordo del cardinal Carlo Caffarra, nativo della piccola frazione bussetana alla quale è sempre stato molto legato e dove era tornato a celebrare dopo la nomina a Vescovo e poi, di nuovo, dopo quella a cardinale (fermandosi in preghiera anche sulla tomba dei genitori che riposano nel vicino camposanto). Due giornate memorabili, ancora impresse nel ricordo di tanti fedeli.
Proprio nella chiesa di San Vigilio ricevette il Battesimo e frequentando la parrocchia sbocciò la sua vocazione sacerdotale.
L'anno scorso fu il card. Matteo Zuppi, suo successore nell'incarico di arcivescovo di Bologna, a celebrare la s. Messa. A concelebrare erano presenti anche il Vescovo Ovidio, il parroco don Luigi Guglielmoni (per tanti anni alunno di monsignor Caffarra), don Dario Faraboli e il diacono Pierino Mighetti, entrambi originari di Samboseto.
Alla solenne Eucaristia seguì la benedizione del tetto dell'edificio sacro, appena ristrutturato con l'importante contributo dell'8xmille della CEI, e dell'impianto campanario, rifatto grazie all'aiuto dell'arcidiocesi di Bologna come segno di riconoscenza al Cardinale.
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