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Il Card. Matteo Maria Zuppi è il Presidente della CEI

Papa Francesco ha nominato il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. A dare l’annuncio ai Vescovi riuniti a Roma in occasione dell'Assemblea Generale, è stato il Card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che ha dato lettura della comunicazione del Santo Padre. Nella mattinata di martedì 24 maggio, i Vescovi hanno proceduto all’elezione della terna per la nomina del Presidente, secondo quanto previsto dallo Statuto (art. 26, § 1).

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi nasce a Roma l’11 ottobre 1955, quinto di sei figli.
Nel 1973, studente al liceo Virgilio, conosce Andrea Riccardi, il fondatore di Sant’Egidio, iniziando a frequentare la Comunità e collaborando alle attività al servizio degli ultimi da essa promosse: dalle scuole popolari per i bambini emarginati delle baraccopoli romane, alle iniziative per anziani soli e non autosufficienti, per gli immigrati e i senza fissa dimora, i malati terminali e i nomadi, i disabili e i tossicodipendenti, i carcerati e le vittime dei conflitti; da quelle ecumeniche per l’unità tra i cristiani a quelle per il dialogo interreligioso, concretizzatesi negli Incontri di Assisi.
A ventidue anni, dopo la laurea in Lettere e Filosofia all’Università La Sapienza, con una tesi in Storia del cristianesimo, entra nel seminario della diocesi suburbicaria di Palestrina, seguendo i corsi di preparazione al sacerdozio alla Pontificia Università Lateranense, dove consegue il baccellierato in Teologia.

Ordinato presbitero per il clero di Palestrina il 9 maggio 1981 dal Vescovo Renato Spallanzani, subito dopo viene nominato vicario del parroco della Basilica romana di Santa Maria in Trastevere, Monsignor Vincenzo Paglia, succedendogli nel 2000 per dieci anni. Incardinato a Roma il 15 novembre 1988, dal 1983 al 2012 è anche rettore della chiesa di Santa Croce alla Lungara e membro del consiglio presbiterale diocesano dal 1995 al 2012. Nel secondo quinquennio come parroco a Trastevere, dal 2005 al 2010, è prefetto della terza prefettura di Roma e dal 2000 al 2012 assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant’Egidio, per conto della quale è stato mediatore in Mozambico nel processo che porta alla pace dopo oltre diciassette anni di sanguinosa guerra civile.

Nel 2010 viene chiamato a guidare la parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, nella periferia orientale della città; e nel 2011 è prefetto della diciassettesima prefettura di Roma. Poco dopo, il 31 gennaio 2012 Benedetto XVI lo nomina Vescovo titolare di Villanova e Ausiliare di Roma (per il Settore Centro). Riceve l’ordinazione episcopale il successivo 14 aprile per le mani dell’allora Cardinale Vicario Agostino Vallini e sceglie come motto Gaudium Domini fortitudo vestra.

Il 27 ottobre 2015 Papa Francesco lo nomina alla sede metropolitana di Bologna e il 5 ottobre 2019 lo crea Cardinale con il Titolo di Sant’Egidio. È Membro del Dicastro per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dell’Ufficio dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

 

In foto: il Card Zuppi a Samboseto lo scorso settembre

Comunione e Liberazione, il 26 maggio incontro con Giorgio Vittadini

Quest'anno ricorre il centenario della nascita di don Luigi Giussani, nato a Desio il 15 ottobre 1922 e ordinato sacerdote il 26 maggio 1945 nel Duomo di Milano.
E' dal suo ingresso come insegnante di religione presso il liceo Berchet del capoluogo lombardo che inizia la sua opera di educatore prima di giovani studenti, poi di molti universitari (di cui sarà anche docente all'Università Cattolica milanese), quindi di tanti adulti con il diffondersi del movimento di Comunione e Liberazione presente oggi in circa settanta Paesi del mondo.
 
Il primo incontro di alcuni studenti salsesi con don Giussani avviene negli anni '60 sia attraverso alcune occasioni favorite dall'allora parroco di San Vitale in Salsomaggiore Don Ersilio Tonini, sia dalla frequentazione nelle scuole superiori di Fidenza dove insegnava don Mario di Stefano che aveva conosciuto, diventandone amico, il sacerdote di Desio.
 
Le località di Salsomaggiore e Tabiano si sono rivelate luoghi corrispondenti alle esigenze di accoglienza, ospitalità e tranquillità per diverse edizioni degli "esercizi spirituali" guidati da don Giussani negli anni '90 proprio presso il Palazzo dei Congressi che in quel periodo offriva le sale adeguate (Sala Europa e, in collegamento, Sala Cariatidi) ai raduni di quasi 1000 persone che si svolgevano dal venerdì alla domenica soprattutto in primavera e in autunno inoltrato offrendo così indirettamente un'occasione di prolungamento stagionale per il lavoro delle strutture alberghiere e degli esercizi commerciali della località termale. 
 
Anche la nostra Diocesi vede inoltre la presenza dei frutti dell'educazione ricevuta da don Giussani in tante persone giovani e meno giovani impegnate nella realizzazione di opere educative: dall’asilo nido "Il Piccolo Principe" con la scuola per l’infanzia "Don Sagliani" a Castione Marchesi, alle scuole primarie e secondarie di primo grado "Il Seme" presso le sedi di Castione e Roncole Verdi e la "Sant’Agostino" a Salsomaggiore, che da quest’anno ha avviato anche il Liceo scientifico e il Liceo delle Scienze Umane, tutte patrimonio ormai consolidato per le famiglie del territorio.
 
Non meno rilevante è l'attività di presenza caritativa di tanti volontari nel tessuto sociale con la costante distribuzione di pacchi alimentari alle persone più bisognose dei comuni di Salsomaggiore e Fidenza attraverso, rispettivamente, i Centri di Solidarietà Piergiorgio Frassati e  Jacopo Fantoni, resa possibile dal collegamento con il Banco Alimentare iniziato in Italia proprio dalla felice intuizione di don Luigi Giussani insieme con il Cavalier Danilo Fossati della Star; sempre nella scia dell'attenzione ai bisogni della persona -costantemente perseguita dal "Giuss"- è l'opera di aiuto e compagnia nella ricerca del lavoro da diversi anni offerta da "Cantiere Lavoro", presso la sede di Salsomaggiore, in modo totalmente gratuito a chi cerca un primo impiego o a chi deve ricollocarsi.
 
Queste considerazioni, sinteticamente sopra esposte, hanno motivato ed impegnato Comunione e Liberazione della nostra Diocesi a voler proporre a Salsomaggiore l'incontro con il prof. Vittadini, docente di Statistica all'Università Bicocca di Milano e amico di don Giussani già da giovane studente universitario, per offrire un contributo all'approfondimento della conoscenza del carisma di don Giussani in tanti giovani che, pur non avendolo conosciuto di persona, ne vivono il fascino e gli ideali, così come in tanti giovani e non più giovani che ne hanno solamente sentito parlare.
 
E' solo il primo di una serie di appuntamenti che in quest’anno di “centenario” verranno offerti a Fidenza e in altri paesi della nostra diocesi.

Pieveottoville, Ragazzola, Stagno: una giornata di spiritualità e cultura

L’unità pastorale di Pieveottoville, Ragazzola e Stagno promuove per mercoledì 25 maggio una giornata di spiritualità e di cultura.
L’itinerario prevede al mattino la visita al Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie di Curtatone (Mantova) in occasione del trentesimo anniversario della visita di San Giovanni Paolo II.
Seguirà la celebrazione eucaristica. Nel pomeriggio visita guidata a Sabbioneta.
Per info e prenotazioni contatti in locandina.

Salsomaggiore Terme: processioni a chiusura del mese mariano

Calendario delle processioni a chiusura del mese mariano

 

A chiusura delle celebrazioni mariane del mese di maggio il parroco di Sant'Antonio, don Luca Romani, presiederà le processioni nelle singole parrocchie affidategli, con il seguente calendario:

 

- Venerdì 27 maggio chiesa di San Michele Arcangelo a Campore;

 

 - Sabato 28 maggio chiesa di San Rocco a San Rocchino;

 

- Lunedì 30 maggio chiesa di Santa Liberata a Salsominore;

 

In queste chiese le processioni con la statua della Beata Vergine si terranno all'interno degli spazi verdi parrocchiali.

 

 - Martedì 31 maggio Parrocchia di Sant'Antonio

La processione avrà questo itinerario: V.le Matteotti uscendo dalla chiesa a sinistra, Via Bottego, Via Fratelli Cervi, Via Bodoni, V.le Matteotti verso la chiesa parrocchiale. Durante questa processione sarà presente la Banda cittadina ad animare il percorso.

 Tutte le processioni inizieranno alle ore 20.30.

 

             

Parrocchia di San Francesco d'Assisi: ritorna la festa popolare di Santa Rita

Dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, torna nella parrocchia dei Cappuccini la festa popolare di Santa Rita: tre giorni tra fede, tradizione e relax, un appuntamento irrinunciabile che da sempre richiama persone da tutto il circondario.

Domenica 22, ricorrenza liturgica della Santa, verranno celebrate le s. Messe alle ore: 8 – 9.30 – 11 – 15.30 – 17 – 18.30; dopo ogni Messa avrà luogo la benedizione dei bambini e delle rose.

Nei giorni di venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 maggio dalle ore 16 apertura della festa popolare con stand gastronomici con piatti tipici e torta fritta.

Nelle tre giornate funzionerà anche la grande pesca di beneficienza.

Busseto, i ragazzi della Cresima e l’iniziativa “Dona una spesa”

Prima uscita sul campo per i ragazzi del gruppo Cresima di Busseto, che dopo alcuni incontri preparatori ha partecipato, insieme ai volontari della Caritas parrocchiale, all’iniziativa “Dona una spesa”, la raccolta di generi alimentari promossa dal Supermercato Conad per aiutare le famiglie in difficoltà del territorio. La Caritas parrocchiale ha ringraziato tutti i volontari e i cittadini che con grande generosità hanno partecipato alla raccolta di generi alimentari destinati a chi si trova a vivere situazioni di difficoltà. La generosità ha portato ancora una volta i suoi frutti: sono stati raccolti infatti oltre un migliaio di kg di generi alimentari.


Tale riserva alimentare servirà per la distribuzione settimanale alle famiglie meno abbienti, di varie nazionalità. Si tratta di 56 famiglie per un totale di 181 persone, più quanti vengono saltuariamente. Ogni lunedi pomeriggio, infatti, tante persone si ritrovano davanti agli ambienti della Caritas parrocchiale per ritirare il pacco con beni di prima necessità, cui si aggiungono la frutta e la verdura. E' possibile anche rifornirsi di vestiario e di altre suppellettili, donati da tanti privati che hanno fiducia nell'attività della Caritas parrocchiale. Le volontarie si ritrovano anche nella settimana per riordinare il materiale che arriva, per esaminare le situazioni di bisogno segnalate e per riunioni organizzative o spirituali. Una volta al mese poi la Caritas partecipa al mercatino di Fontanellato, il cui ricavato serve a provvedere al pagamento di affitti, quote di scuola materna e altre necessità del territorio.

Inaugurato il dipinto “San Nicola da Bari che risuscita tre bambini”

Il dipinto “San Nicola da Bari che risuscita tre bambini” realizzato da Nicola Dal Verme nel 1784/85 è tornato allo splendore originario. L’opera restaurata grazie al Rotary Club Salsomaggiore Terme - situata nell’Oratorio della Santissima Trinità di Busseto e riposizionata qualche mese - è stata inaugurata sabato 7 maggio scorso al termine della messa prefestiva delle 18 celebrata dal parroco don Luigi Guglielmoni nell’attigua collegiata di San Bartolomeo.

“Ringrazio il Rotary di Salsomaggiore per aver finanziato il restauro – ha commentato don Luigi - . E’ bello vedere come il club sia attento a tutto il territorio della Bassa e abbia fatto questo intervento così importante e significato per Busseto dato che in questo oratorio si è sposato Giuseppe Verdi”.

“Mi auguro che il restauro di questo dipinto che raffigura San Nicola che risuscita 3 bimbi sia di buon auspicio per migliorare la situazione dei tanti bimbi che stanno vivendo l’orrore della guerra – ha aggiunto il presidente del Rotary Club Roberto Cupola - . A San Nicola, qui raffigurato, e all’Altissimo ci rivolgiamo per aiutare le persone e i bambini colpiti dal conflitto”.

Erano presenti all’inaugurazione la restauratrice Federica Romagnoli, che ha illustrato le varie fasi del restauro, e il referente del Rotary per il restauro dei beni culturali Marco Pinna insieme a tanti bussetani. La serata si è poi conclusa con una conviviale a Roncole Verdi.

Annarita Cacciamani

 

I servizi tutela minori e i Centri di ascolto

La custodia e la tutela dei più piccoli e delle persone vulnerabili è un percorso lungo e faticoso che richiede il coraggio di essere intrapreso e poi perseguito con costanza e senza scorciatoie. Un primo passo da fare è acquisire consapevolezza di come la tragica realtà degli abusi sui minori sia trasversalmente diffusa coinvolgendo in modo significativo le famiglie o l’ambito parentale in misura di gran lunga superiore ai due terzi dei casi. Come poi dimenticare che il turpe mercato della pedopornografia non solo non accenna a diminuire, ma è in costante crescita?

Quella degli abusi è infatti un’emergenza sociale grave e globale che certamente esige un intervento repressivo importante, ma ancor di più una presa di coscienza personale e collettiva, un vero e proprio cambio di mentalità. Prevenire situazioni di abuso non può ridursi alla semplice reazione di protezione dei minori che subiscono o che potrebbero subire violenza (child protection), ma necessita di uno sforzo complessivo che dalla reazione passi alla pro-azione per garantire ai più piccoli ambienti e relazioni sicure ed efficaci per crescere al meglio (safe guarding).

In tutto questo la Chiesa non è ferma alle postazioni di partenza, ma da sempre in prima linea, occupandosi e prendendosi cura dei più deboli e fragili con grande e indiscussa generosità di persone e istituzioni, perché la cura, la custodia e la protezione dei piccoli sono parte integrante della sua natura. Vero è purtroppo che la piaga degli abusi sui minori e le persone vulnerabili colpisce pure la Chiesa non solo perché costituita di famiglie, ma anche perché in questi crimini sono stati coinvolti alcuni che nella Chiesa hanno ruoli di responsabilità e guida. Dunque, se crimini gravissimi come gli abusi sessuali sui minori vanno perseguiti con la massima severità ovunque essi accadano, ancor più se in ambito ecclesiale, tuttavia la loro punizione, per quanto assolutamente necessaria e doverosa, non può ritenersi sufficiente: non è certo possibile cancellare quanto avvenuto, ma ci si può legittimamente domandare cosa fare perché non capiti di nuovo e non capiti ad altri. In altre parole ci si può chiedere se dall’orrore dell’abuso e magari dagli errori di una gestione indifferente, negligente se non complice possano venirne indicazioni non solo di reazione al delitto, ma di prevenzione e pro-azione. È questo l’indirizzo assunto dalla Chiesa che è in Italia con le Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili approvate dall’Assemblea generale dei Vescovi del 20-23 maggio 2019: partendo dall’ascolto delle vittime, prendere coscienza del dramma degli abusi e del loro effetto devastante sulle persone e sulla comunità per quella conversione personale e comunitaria che sollecita, motiva e supporta la costruzione di ambienti sicuri per i più piccoli.

Solo su queste solide basi si possono prevenire comportamenti delittuosi. Se di grande importanza è dunque favorire l’emersione di questi delitti, anche se accaduti in passato, perseguendoli quindi senza tentennamenti, non di minore priorità è far maturare la consapevolezza e corresponsabilità comunitaria vincendo così le logiche della delega e dell’indifferenza.

Si tratta, dunque, di informare e formare la comunità in tutte le sue espressioni, specialmente coloro che operano, a qualsiasi titolo, in rapporto con i minori e le persone vulnerabili, consolidando in questo modo una cultura della cura, della tutela e della protezione dei più piccoli. 

Gianluca Marchetti – Diocesi di Bergamo

Membro del Consiglio di presidenza del Servizio nazionale per la tutela dei minori della CEI

 

 

I servizi tutela minori

Sulla strada della formazione come strumento di prevenzione, si è mossa con decisione la Chiesa che è in Italia che ha dato vita a una rete fitta e capillare di Servizi per la tutela dei minori su tutto il territorio nazionale. In seguito all’istituzione, presso la Conferenza Episcopale Italiana, del Servizio nazionale per la tutela dei minori sono stati costituiti infatti i servizi regionali affidati a un vescovo delegato, un coordinatore e un’équipe di esperti. In ogni diocesi è stato nominato almeno un referente locale. Così, in meno di due anni, nonostante i tempi non facili della pandemia, è nato un Servizio per ciascuna delle 16 regioni ecclesiastiche; sono stati nominati 226 referenti diocesani, uno per ogni diocesi. Si tratta di una vera e propria rete nella quale sono coinvolte centinaia di persone, soprattutto laici, uomini e donne, che con competenza, professionalità e passione ecclesiale, coordinano un coraggioso sforzo formativo. Spesso in collaborazione con altri enti, associazioni e realtà del territorio come scuole, università, servizi sociali e sanitari, pubblici e privati, supportano la formazione di migliaia di operatori pastorali negli ambiti dell’identificazione dei fattori di rischio, della progettazione e del monitoraggio delle strategie di prevenzione, delle modalità relazionali. Il tutto ponendo al centro la dignità e l’integrità della persona umana, soprattutto dei più piccoli e vulnerabili.

I Centri di ascolto

Nella consapevolezza che solo ascoltando le vittime si può prendere coscienza degli effetti devastanti dell’abuso sul diretto interessato e sull’intera comunità, la Chiesa che è in Italia ha deciso di costituire, all’interno dei Servizi tutela minori, una rete di Centri di ascolto. L’obiettivo è quello di offrire un servizio pastorale di primo ascolto e di accoglienza a chi dichiara di aver subito, in ambito ecclesiale, abusi sessuali e/o di potere e di coscienza e a chi intende segnalare tali abusi da parte di chierici, religiosi e religiose, operatori e operatrici pastorali.

Ai 98 Centri di ascolto, nati in 157 diocesi (70% del totale) che operano a livello diocesano o interdiocesano, ci si può rivolgere per informazioni sul tema della tutela in ambito ecclesiale, sulle procedure e le prassi per la segnalazione di abusi, oltre che per avere sostegno nell’individuazione del percorso (medico, spirituale, legale, …). Il Centro di ascolto non è il luogo di un accompagnamento psicoterapeutico o di assistenza legale né uno sportello per la raccolta di denunce che si sostituisce all’autorità giudiziaria: in nessun modo l’autorità ecclesiastica intende subentrare a quella dello Stato alla quale, al contrario, incoraggia che ricorrano le vittime di questi delitti gravissimi. Grazie alla presenza di persone adeguatamente formate, il Centro offre un ascolto accogliente, centrato sulla vittima, capace di abbracciare la sua sofferenza e la sua ricerca di giustizia, senza compromessi, scorciatoie, zone d’ombra.

FOCSIV - Campagna "Abbiamo riso per una cosa seria"

14 – 15 MAGGIO /21 - 22 MAGGIO 2022

LA CAMPAGNA ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA FOCSIV COMPIE 20 ANNI

 TORNA NELLE PIAZZE, NELLE PARROCCHIE,

NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA E SULLA PIATTAFORMA GIOOSTO.COM

 

La campagna "Abbiamo riso per una cosa seria" Focsiv compie 20 anni: due decenni a favore di un’agricoltura familiare sostenibile in Italia e nel mondo.

Torna nel fine settimana del 21 e 22 maggio con i pacchi di riso Roma, 100% italiano della FdAI - Filiera Agricola Italiana e rinnova la collaborazione, come nelle scorse edizioni, con Coldiretti e Campagna Amica, Fondazione Missio CEI e Azione Cattolica Italiana. Inoltre, l’iniziativa ha il supporto informativo di Rai per il Sociale attraverso i canali editoriali Rai.

I pacchi di riso di "Abbiamo riso per una cosa seria" tornano, con un packaging rinnovato, in tante piazze, mercati di Campagna Amica, parrocchie e sulla piattaforma www.gioosto.com, l’e-commerce etico dedicato alle aziende che offrono prodotti di qualità. Tornano i circa 3000 volontari FOCSIV e dell’Azione Cattolica Italiana a proporre i pacchi di riso della Campagna ad un’offerta minima di 6,00 Euro.

Un gesto di solidarietà e, soprattutto, di consapevolezza che esprime la volontà di schierarsi a difesa del lavoro dei piccoli contadini, in ogni parte del mondo, un lavoro che contribuisce alla salvaguardia dei territori e delle biodiversità e, al tempo stesso, genera un’economia agro-alimentare sostenibile e sana per tutti, senza scarti e sprechi.

Le migliaia di chicchi di riso contenuti nei pacchi della campagna sostengono un unico grande progetto con 34 interventi di agricoltura familiare realizzati da 33 Soci Focsiv in 25 Paesi di 4 Continenti – Africa, America Latina, Asia ed Europa.

Tutti gli interventi sono volti al miglioramento della condizione socioeconomica delle comunità agricole e, in particolare, di quella delle donne, artefici dello sviluppo delle proprie famiglie ad iniziare dai più piccoli; alla sensibilizzazione dei giovani affinché comprendano quali siano le potenzialità di rimanere nelle proprie terre di origine senza abbandonarle per un futuro incerto nei grandi agglomerati urbani; alla formazione dei contadini di tecniche e pratiche di coltivazione ecosostenibili, che valorizzano la qualità e la quantità della loro produzione.

“Abbiamo riso per una cosa seria” è una Campagna di sostegno per gli interventi di agricoltura familiare e, soprattutto, è un movimento di contadini italiani e di tutto il mondo, insieme ai consumatori responsabili, per la difesa della dignità dei lavoratori e per il diritto al cibo sano e di qualità per tutti.

La Campagna promuove una rete di persone consapevoli che insieme sostengono le comunità rurali, oggi ancora più in difficoltà a causa delle conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina e in tante altre parti del mondo, che richiedono politiche che portino alla sicurezza alimentare e salubrità dei cibi, che promuovano il valore dell'agricoltura familiare come risposta alla crisi globale, alle migrazioni e ai cambiamenti climatici.

“Se già la pandemia ci aveva fatto comprendere la precarietà non solo del sistema sanitario mondiale, ma anche di quello agro – alimentare, la crisi odierna, provocata dalla guerra in Ucraina, sta ulteriormente aggravando la situazione alimentare già più che compromessa per milioni di persone. Una tempesta perfetta che porterà, secondo le prime analisi degli esperti internazionali, a 1,7 miliardi le persone che non avranno il diritto ad alimentazione sana. Le migliaia di chicchi di riso dei pacchi della campagna Abbiamo riso per una cosa seria, giunta alla Ventesima edizione, sono a testimoniare che si può ed urgentemente si deve cambiare il paradigma di crescita senza limiti che governa l’economia mondiale. È necessario attuare modelli di produzione basati sull’agroecologia, che tutelino l'ambiente, la biodiversità e l’agricoltura familiare. E che, soprattutto, garantiscano l’accesso a tutti ad un cibo sano e difendano la dignità di chi lavora la terra. - ha sottolineato Ivana Borsotto, presidente FOCSIV - I pacchi di riso che saranno in piazza da metà maggio non solo sostengono interventi di agricoltura familiare, realizzati dai nostri soci in 25 paesi del mondo, ma sono la risposta concreta che da 50 anni, come Federazione di Organismi di cooperazione allo sviluppo, mettiamo in campo per permettere che sia i risicoltori italiani che i contadini di tutto il mondo possano continuare a coltivare le loro terre e a sviluppare una economia sostenibile che salvaguarda i frutti originari dei propri territori e che, al contempo, sia difeso il diritto ad un lavoro e ad una vita dignitosa. Questo è il modo Focsiv di ridere per una cosa seria”.

Molti i volti, anche quest'anno, dei testimonial e degli amici che si sono uniti e condividono gli scopi della campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” ad iniziare da Elena Somaré, virtuosa dell'uso del suono primitivo del fischio, che ha musicato lo spot della Campagna. Sono coinvolti nella Campagna anche Chiara Caprettini, foodblogger, Luca Lombroso, meteorologo e divulgatore ambientale, Paolo Sottocorona, meteorologo de LA7, e i Cuochi contadini della rete di Campagna Amica, che sostengono con le ricette e gli showcooking del riso FOCSIV Coldiretti.

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