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Articolo principale (38)

Il martire Donnino, sentinella nella notte

11 Qualcuno mi grida da Seir:

«Sentinella, che resta della notte?

Sentinella, che resta della notte?».

12La sentinella risponde:

«Viene il mattino e ancora la notte.

Se volete domandare, domandate, ritornate, venite» (Is 21,11-12).

 

L’oracolo profetico può aiutarci a discernere l’oggi della storia nella quale dimoriamo. Il tempo faticoso che l’umanità sta vivendo a causa della situazione bellica internazionale che tutti coinvolge senza distinzione alcuna, ci impone una riflessione da credenti per non cadere in osservazioni scontate e lamentose. A ciò si aggiungono ombre oscure che minacciano l’umanità e che Papa Francesco ben descrive nella Fratelli tutti. In questo frattempo caratterizzato dalla vulnerabilità e precarietà delle nostre vite è necessario che il discepolo dell’evangelo non rinunci a discernere il significato di tutto ciò alla luce della sapienza della parola di Dio. Nel testo di Isaia la notte evocata rimanda ad una situazione di angoscia, di tormento e di sofferenza a causa di una calamità che perdura e che non sembra annunciare un termine. In questa notte desolata in cui non si intravvede l’inizio del giorno, la profezia sembra alludere ad un nuovo evento ormai inaspettato dopo il lungo dominio straniero; da qui scaturisce la ragione dell’interrogativo rivolto alla sentinella: «Che resta della notte?». L’oggi della parola profetica trova un particolare riscontro nel quadro del cammino ecclesiale delle nostre comunità spesso dimoranti nello scoraggiamento e nella desolazione. Nondimeno il riferimento va alla realtà dei nostri vissuti urbani nelle città e nei paesi in questo tempo segnato dalla fragilità e da un senso di impotenza di fronte al prevaricare di situazioni che superano le nostre possibilità reali. I molteplici richiami di Papa Francesco ad un inderogabile discernimento evangelico nel contesto storico in cui viviamo, ne sono una eloquente testimonianza. A questa necessità non si possono frapporre deleghe a pensare né deroghe in attesa di tempi più favorevoli per elaborare soluzioni. Infatti, non è prioritario individuare vie d’uscita immediate, bensì cammini che impegnano in un processo di conoscenza della realtà complessa; è necessaria una riflessione umile e intelligente al fine di giungere a scelte umane e sapienziali.

Di quale notte si tratta? Anzitutto, è notte della persona imprigionata in una solitudine maledetta che la intristisce nel suo egoismo e nel suo disorientamento. È la notte della ricerca del successo effimero fine a se stesso. È la notte dell’inseguimento di una efficienza che non conosce né limiti né ostacoli calpestando la dignità dell’altro e la propria pur di raggiungere un illusorio quanto desolante risultato. In secondo luogo, si tratta della notte caratterizzata dalla ricerca della dominante del potere tecnocratico, scientifico ed economico come se fosse la risoluzione della complessità presente. Papa Francesco denuncia questa dimensione della notte che tutto riduce all’esclusivo criterio di valutazione scientifica ed economica. Davanti a questa sfida del mondo attuale la Chiesa non può tacere; essa deve affermare un netto no a un’economia «dell’esclusione e della inequità» che uccide «perché senza compassione dinanzi al grido di dolore degli altri» (Evangelii gaudium 53-54); altresì la Chiesa deve ribadire il suo «no alla nuova idolatria del denaro», che è la negazione del primato della persona umana, riducendola «ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo» (Evangelii gaudium 55). Un no va sottolineato anche nei confronti «dell’inequità che genera violenza» (Evangelii gaudium 59), disparità sociale, inganno nei confronti di quanti chiedono maggiore sicurezza illudendoli, giustificando l’uso delle armi e della repressione violenta, come unico argine per risolvere i conflitti che calpestano la dignità degli umani. In terzo luogo, si tratta del volto della notte della ricerca di una mondanità umana e spirituale che non conosce l’autenticità dell’amore, ma è espressione del dominio sull’altro, annullando la sua differenza, interpretata come un ostacolo al proprio emergere e dominare. È anche la notte della comunità. In una solitudine che rende schiavi di se stessi, il senso “dell’essere-con-l’altro” va perduto perchè ritenuto un ostacolo al proprio io. In tal senso si assiste all’emergere sconsiderato di sovranismi, di accentuazioni populistiche e demagogiche che inoculano la paura e la minaccia dell’altro, lo straniero individuato come la sintesi di tutti i mali e al quale attribuire tutte le responsabilità. Infine, si tratta della notte della fedeltà, della responsabilità circa la parola data e della verità. Al posto della fedeltà si è sostituita la convenienza in funzione di un interesse individuale, non della comunità e della societas.

La conclusione della profezia converge l’attenzione di chi ascolta sulla necessità del discernimento in vista di un ricominciare nella speranza. Ricominciare non è restaurare il dato preesistente. Ogni conversione domanda un ritorno nello stile di una audace speranza che procede oltre l’immediato. In questa prospettiva, anzitutto, è necessario ritornare a Dio, ripartire da lui e non vivere come se Dio non esistesse. Sul versante storico, sociale e politico, questo ricominciare non consiste semplicemente nel rivendicare una occupazione di posti nella realtà temporale e nell’aumentare un’efficiente presenza politica nella società, bensì nell’impegnarci in una ricostruzione delle coscienze secondo la sapienza dell’Evangelo. Per operare questo cammino di conversione è necessario, in terzo luogo, ribadire il primato dell’uomo interiore, il primato della spiritualità, rispetto ad un attivismo esasperato tutto teso all’arrogante visibilità di sé. L’uomo interiore è l’uomo nuovo, che impegna al meglio le sue facoltà nella direzione delle virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza. L’uomo nuovo è tale in relazione all’etica pubblica nella dimensione della verità, della lealtà, della ricerca del bene comune. L’uomo è nuovo anche quando è cosciente del proprio limite e, dunque, opera nell’umiltà. L’uomo nuovo è tale non solo quando è immerso nell’impegno per le realtà penultime, ma soprattutto quando guarda all’eterno nella speranza. Ciò avviene non per un disprezzo delle realtà temporali, ma perché dichiara che esse sono orientate ad un fine più grande, che racchiude il senso definitivo della storia. Questo sguardo all’eterno nell’orizzonte del tempo nuovo potrà intravvedere il giorno oltre l’intensità del buio della notte. Al contempo non si può dimenticare che la Chiesa e i cristiani non sono il regno di Dio realizzato; essi ne sono come il seme, il germe di inizio (Lumen gentium, 5). La Chiesa stessa racconta la sua identità e la sua missione evangelizzatrice nell’animazione cristiana delle realtà temporali. Questa, poi, è espressa nello stile sinodale, che comporta le modalità non del dominio o dell’imposizione, ma del dialogo, del confronto e della collaborazione al fine di raggiungere il bene comune mediante un processo di crescita, nel quale il tempo è superiore allo spazio. La verità può essere cercata insieme con quanti hanno responsabilità civile e amministrativa o appartengono a confessioni di fede altra, ma senza misconoscere o negoziare la propria identità di discepoli che camminano nella Chiesa del Signore dal volto missionario.

La testimonianza di S. Donnino martire di Cristo, sentinella nella notte della storia, custodisce la sua attualità che interpella ancora la comunità fidentina, chiamandola a vigilare nella oscurità del tempo presente, al fine di riconoscere il sorgere dell’alba di un nuovo mattino. Di questo splendore della luce dell’Evangelo, S. Donnino è stato avvolto; così egli ha indicato il cammino verso la speranza che non delude.

+ Ovidio Vezzoli

vescovo di Fidenza

"Chi ha orecchio ascolti": la Lettera pastorale 2024-2025

La Lettera pastorale 2024-2025 dal titolo “Chi ha orecchio ascolti” (il riferimento è alla celebre frase “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alla Chiesa” contenuta nel libro dell’Apocalisse) si compone di sette capitoli preceduti da un’introduzione e seguiti da alcune indicazioni che il Vescovo Ovidio sottopone all’attenzione delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti e di tutte le realtà ecclesiali presenti in Diocesi.

Le sette Chiese sono quelle dell’Asia Minore: “L’amore, evento costitutivo della Chiesa” riguarda la Chiesa di Efeso” (cap. 1); “Una comunità fedele nel tempo della prova” riguarda la Chiesa di Smirne (cap. 2); “La denuncia dell’idolatria” riguarda la Chiesa di Pergamo (cap. 3); “La critica alla seduzione mondanizzante” riguarda la Chiesa di Tiatira (cap. 4); “Sentire il segno del tempo nella speranza” riguarda la Chiesa di Sardi (cap. 5); “Una Chiesa fedele alla Parola” riguarda la Chiesa di Filadelfia (cap. 6); infine “Contro la tiepidezza” riguarda la Chiesa di Laodicea (cap. 7).

Nell’ultimo paragrafo (“Quasi una conclusione”) il Vescovo sottolinea che l’intento della Lettera “è esclusivamente quello di offrire un orientamento nel cammino pastorale che stiamo compiendo come comunità cristiana fidentina, che comincia a interrogarsi sui segni di questo tempo e su quanto lo Spirito le rivela. Tutto ciò avviene nella fedeltà alla parola dell’evangelo, in comunione con Papa Francesco e con la sollecitudine pastorale di continuare a edificare l’unico corpo vivente di Cristo che è la sua Chiesa”.

“Il Risveglio” va in ferie: ritornerà venerdì 6 settembre

Con il numero 29 il nostro settimanale diocesano sospende le pubblicazioni: ritornerà nelle case degli abbonati venerdì 6 settembre. Con l’occasione ricordiamo a coloro che non hanno ancora rinnovato l’abbonamento per il 2024 che possono farlo con il versamento di 40 euro attraverso il bollettino postale oppure tramite bonifico bancario. Tutte le indicazioni si trovano nella sezione "Abbonamenti" del sito web.

 

Gli uffici della Curia vescovile saranno chiusi dall’1 al 18 agosto: riapertura il 19 agosto.

8xmille, una firma che fa bene anche al nostro territorio. Intervista all’economo diocesano don Andrea Mazzola

I fondi dell’8xmille sono importanti per le opere di culto e pastorali nella nostra Diocesi. Senza questi fondi non sarebbero possibili i restauri a oggetti antichi, manifatture, dipinti ed edifici sacri, patrimonio artistico e culturale di grande valore storico, nonchè le attività pastorali e il sostentamento al clero diocesano. La firma per l’8xmille è un investimento a favore del territorio: questi fondi tornano alle Diocesi che li utilizzano per fare del bene alla comunità. Ne parliamo con l’economo diocesano don Andrea Mazzola.

Don Andrea, ci spieghi come i fondi 8xmille aiutano a sostenere l’attività pastorale della Diocesi
I fondi 8xmille sono importanti per il sostentamento del clero, quindi per provvedere ai bisogni di prima necessità di tutti i nostri sacerdoti, senza dimenticare la loro formazione durante l’anno pastorale. Inoltre servono per il mantenimento e la ristrutturazione di edifici sacri, oratori e ambienti parrocchiali dove ogni giorno tanti adulti, bambini e ragazzi si recano a pregare e a giocare. Con questi fondi la Diocesi ha potuto realizzare opere e interventi che si distinguono per qualità progettuale, per la loro capillare diffusione sul territorio, per la capacità di aggregazione e di socializzazione, per l’apporto che hanno dato all’occupazione e allo sviluppo, per la tutela che hanno garantito a parte del patrimonio storico-culturale e artistico.

E per quanto riguarda le attività caritative?

La Diocesi con questi fondi sostiene la mensa Caritas per i poveri, gli ambienti adibiti a prima ospitalità, il magazzino Caritas che raccoglie indumenti e mobili per quanti si trovano in una situazione di bisogno. Inoltre attraverso i centri di ascolto fornisce alle persone il supporto per uscire da gravi dipendenze e rimettere così in moto la propria vita. Dopo una adeguata e scrupolosa mappatura delle situazioni di bisogno presenti sul territorio (in collaborazione con gli enti locali) la Diocesi provvede anche al pagamento di parte di bollette e dell’affitto per le famiglie in difficoltà e le aiuta nella ricerca di un impiego stabile e duraturo nel tempo.

Quali difficoltà la nostra Diocesi potrebbe affrontare senza i fondi dell’8xmille?
Le richieste di aiuto che giungono e le necessità delle nostre chiese sono tante e vorremmo aiutare sempre più persone. Ma i fondi sono in sensibile calo e quindi il rischio concreto è dover ridimensionare questi servizi.

Quali sono i progetti futuri che la Diocesi ha in programma grazie ai fondi dell’8xmille?
Oltre a continuare le opere di carità è in programma il restauro di vari edifici di culto: in primo luogo quello dell’Oratorio della Zappella che è molto importante per il nostro territorio e ricco di una storia che getta le sue radici nel Medioevo. E’ un edificio modesto, ma sappiamo che la chiesetta venne trasformata in ospedale per pellegrini dai frati Penitenti (detti della Zappella, da cui prende appunto il nome). Poi passò ai Frati minori conventuali di San Francesco. Molti storici sono concordi nell’affermare che qui San Francesco d’Assisi, di ritorno dalla Spagna, abbia compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani nel 1215. Il prodigio viene narrato nelle Fonti Francescane e nelle Vite del Serafico d’Assisi. La chiesetta è stata anche quasi interamente distrutta durante il bombardamento del 13 maggio 1944.
Sono in corso inoltre i restauri alla Basilica di San Lorenzo in Monticelli d’Ongina, agli interni della Cattedrale di Fidenza, alla chiesa dei santi Gervasio e Protasio di Zibello, alla chiesa dei santi Vito e Modesto di Polesine, al santuario di Madonna Prati.

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(L'oratorio della Zappella)

Quali benefici hanno sperimentato in modo diretto i membri della nostra comunità grazie ai progetti e alle attività finanziate anche con questi fondi? Penso alla possibilità di tenere aperto il Museo diocesano, che raccoglie tante opere e si occupa anche del loro restauro, con la possibilità di visite guidate gratuite in varie occasioni. E poi c’è l’archivio diocesano che da poco ospita anche gli atti delle parrocchie più piccole e fornisce l’importante servizio di consultazione storica. E non da ultimo anche la possibilità di avere un mezzo di comunicazione come il nostro giornale diocesano che da 125 anni è voce viva del territorio.

Martina Pacini

 

Firma anche tu per l'8xmille alla Chiesa cattolica: è una firma che fa bene!

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8xmille: i lavori di restauro della chiesa di San Pietro in Vincoli a Borghetto

I fondi dell’8xmille sono importanti anche per le opere di culto e pastorali nella nostra Diocesi. Senza questi fondi non sarebbero possibili i restauri a oggetti antichi, manifatture, dipinti ed edifici sacri, patrimonio artistico e culturale di grande valore storico. In questo articolo parleremo dei lavori di restauro, ancora in corso ma in dirittura d’arrivo, alla chiesa di San Pietro in Vincoli a Borghetto di Noceto insieme all’architetto Angela Desideri, direttore dei lavori, e al parroco don Francesco Villa.

Lo scorso aprile è stato aperto al pubblico il cantiere di restauro della chiesa di San Pietro in Vincoli a Borghetto di Noceto in occasione degli scavi archeologici da poco conclusi. La chiesa oggi è interessata da un secondo stralcio di lavori di restauro, consolidamento e adeguamento impiantistico realizzati con il contributo 8xmille della Cei e con i fondi della parrocchia. Gli interventi previsti riguardano lavori di restauro e consolidamento del campanile, rifacimento dell’impianto termico e illuminotecnico, rifacimento degli intonaci interni e tinteggi, realizzazione di vespaio, nuove pavimentazioni interne ed esterne e restauro di arredi lignei. Questi interventi sono autorizzati dalla Soprintendenza ed eseguiti sotto la sua sorveglianza.

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(In foto: gli architetti incaricati dei lavori con il parroco don Francesco Villa)

La visita dello scavo archeologico, fortemente voluta dal parroco don Francesco Villa, si è tenuta sotto la guida del direttore dei lavori Arch. Angela Desideri, dell’impresa esecutrice Cagozzi Giampaolo & C. SNC di Rivotti Maurizio e della ditta ARCHEO.KUN Srl. E’ stata un’occasione nata dalla necessità di condividere con la comunità un frammento di storia della chiesa di Borghetto fino ad ora mai visto.
In occasione dei lavori di restauro della Chiesa, infatti, è stata eseguita un’indagine archeologica diretta dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza e condotta dagli archeologi della ditta ARCHEO.KUN Srl, che ha permesso di riportare alla luce almeno due fasi più antiche di vita dell’edificio sacro. Sono stati asportati i piani pavimentali e messe in luce le strutture funerarie, distribuite sia all’interno che all’esterno della chiesa, testimonianze materiali dell’antico legame tra il sacro edificio e la comunità. I lavori sono iniziati a novembre del 2023 e si concluderanno questa estate.
La chiesa di San Pietro in Vincoli a Borghetto presenta una pianta ad aula, a navata unica, con cappelle laterali e abside allungata curvilinea. Il periodo di fondazione è incerto: una piccola cappella fu edificata in epoca medievale, probabilmente entro il XII sec. dai frati cistercensi. La conformazione attuale della chiesa risale al prolungamento della navata del XVIII sec. e all’estensione dell’abside nel XX sec. Il corpo della sagrestia, annesso alla chiesa, dalla cartografia raccolta, risulta databile al XIX sec.

“É ormai dal 2019 che la chiesa di Borghetto non è più utilizzabile per il culto. In quell’anno infatti sono state avviate le indagini per la ristrutturazione e per la messa in sicurezza della nostra chiesa parrocchiale” ha sottolineato il parroco don Francesco Villa.
“Da 5 anni non è più stato possibile celebrare alcuna funzione religiosa. Non si può nascondere che la chiusura della chiesa abbia creato notevoli disagi e sacrifici. La popolazione ha però risposto con autentica disponibilità e comprensione. Alcuni sacramenti sono stati celebrati nelle vicine frazioni di Pieve Cusignano e Santa Margherita, mentre le cresime nel periodo della pandemia sono state celebrate in Cattedrale. Grazie alla disponibilità del circolo di Borghetto abbiamo iniziato a celebrare la messa domenicale e le messe feriali nel salone polivalente”.

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(In foto: il vescovo Ovidio Vezzoli in visita al cantiere dei lavori)

I disagi si sono trasformati in occasioni per compiere passi di crescita oltre che di collaborazione e aiuto reciproco. “A Borghetto la comunità risulta essere davvero unita soprattutto nei momenti di difficoltà e di prova. Speriamo di poter presto tornare a celebrare nella nostra chiesa. Desidero esprimere un sentito ringraziamento al nostro Vescovo Ovidio per aver sempre seguito e accompagnato la nostra comunità e anche al mio predecessore don Luca Romani per aver sapientemente avviato i lavori di restauro. Un sincero grazie a tutti coloro che stanno lavorando con competenza e professionalità perché al più presto la nostra chiesa possa tornare ad essere luogo di incontro con il Signore e con i fratelli” ha concluso.

Martina Pacini

8xmille, una firma che fa bene. Intervista al direttore della Caritas Diocesana

I fondi dell’8xmille sono importanti anche per le opere di carità presenti nella nostra Diocesi. Ne abbiamo parlato con Stefano Baschieri, direttore della Caritas Diocesana di Fidenza.

 

Quale importanza ricoprono i fondi 8xmille per le opere di carità presenti nella nostra Diocesi?

I fondi 8xmille dedicati alla carità sono di vitale importanza per il mantenimento delle opere di sostegno alle persone più fragili. Garantiscono la prosecuzione dei servizi nel tempo. Senza questi fondi rischiamo di dover interrompere alcuni di questi importanti servizi.

Come vengono utilizzati i fondi dell’8xmille dalla Caritas diocesana per sostenere le attività di assistenza ai bisognosi?

Le risorse a disposizione danno modo di poter adempiere a tanti costi fissi che le strutture ed i servizi hanno: utenze, manutenzioni ordinarie, acquisto materie prime, aiuti economici alle persone. Inoltre anche il coordinamento dei volontari prevede la presenza di alcune figure, quali ad esempio degli operatori, che a loro volta comportano una spesa. E’ chiaro come la carità si alimenti grazie alla generosità delle persone attraverso donazioni e disponibilità in termini di volontariato, ma in ogni modo per avere una minima organizzazione sono necessarie risorse economiche.

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(In foto: Un volontario insieme al direttore della Caritas Diocesana Stefano Baschieri)

Quali opere di carità sono state realizzate in Diocesi grazie ai fondi dell’8xmille?

Numerose sono le opere realizzate nel corso degli anni, tanti i servizi attivati: inizialmente è stato dato avvio al centro di ascolto, poi sono stati realizzati diversi progetti per l’accoglienza delle persone; in seguito è stata aperta la mensa, sono stati aperti alloggi per ospitare piccoli nuclei familiari. Grazie ad altre risorse è poi stato possibile riqualificare diversi locali e ambienti delle strutture: finanziate dall’8xmille per la carità, ma anche attraverso altri finanziamenti.

Quali sono le sfide principali nel gestire e impiegare i fondi dell’8xmille in modo efficace e responsabile?

Come Caritas ci impegniamo quotidianamente per non sprecare nulla di ciò che viene messo a disposizione. Tutte le materie prime che vengono acquistate (laddove non si possono ricevere in donazione) hanno un rigido protocollo volto a trovare i prezzi più bassi, preferendo fornitori locali che spesso offrono scontistiche in quanto condividono la mission del fare il bene per la propria comunità. Nella gestione degli immobili le persone vengono coinvolte ed educate per mantenere nelle migliori condizioni possibili gli ambienti e contenere le spese per le utenze. Al contempo ogni persona coinvolta nei progetti è chiamata a “restituire” quanto ricevuto mettendosi a disposizione degli altri ed offrendo un po’ del proprio tempo.

Quali sono i progetti in cantiere che potrebbero beneficiare dei fondi dell’8xmille?

E’ stato appena realizzato, e vedrà la sua seconda edizione, un progetto di tipo educativo a favore delle scuole e delle parrocchie: si tratta di un concorso che ha come titolo “Ospiti di questa terra”. Tantissimi bambini e ragazzi hanno potuto riflettere insieme ai loro insegnanti sull’attenzione e la cura del creato. A breve verranno implementate alcune strumentazioni all’interno della sede di “Casa Caritas” che permetteranno di mettere in maggiore sicurezza e rendere accessibili a tutti i locali dedicati all’accoglienza. Verrà potenziato il sistema di distribuzione degli alimenti attivo presso il centro di raccolta e distribuzione di via Papini n.2, con l’acquisto di generi alimentari a favore delle famiglie. Diversi anche i tirocini formativi attivi e che verranno attivati, grazie al quale diverse persone potranno rientrare nel mondo del lavoro.

Come può la nostra comunità contribuire ulteriormente per sostenere le attività della Caritas?

Oggi i luoghi maggiormente bisognosi sono il centro di ascolto e la mensa. Perciò se dovessi dire alle persone della comunità di cosa abbiamo bisogno, direi certamente dei volontari. In seconda battuta è necessario che ciascuno rivolga il proprio pensiero a coloro che, vicini a ad ognuno di noi, hanno bisogno di aiuto: questo può essere il sostegno più bello ed importante! Diffuso, silenzioso e costante nel tempo. Infine certamente aggiungerei una cosa molto semplice che possono fare tutti... firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica!

Martina Pacini

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Solennità del Corpus Domini

Giovedì 30 maggio alle ore 20 presso la parrocchia di San Pietro Apostolo in Fidenza avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Ovidio Vezzoli in occasione della solennità del Corpus Domini.

Al termine avrà inizio la processione che percorrerà via Frate Gherardo e piazza Duomo per concludersi in Cattedrale. Qui si terrà l’adorazione eucaristica accompagnata da canti e preghiere.

Giornata Mondiale dei Bambini in Diocesi

La prima Giornata mondiale dei bambini (25-26 maggio) verrà vissuta a due livelli: uno romano, l’altro diocesano.
Riguardo al primo, la nostra Diocesi sarà rappresentata a Roma da quattro famiglie, appartenenti ai quattro Vicariati.
Per il secondo invece, l’appuntamento è per sabato 25 maggio alle ore 15.30 presso l'oratorio della parrocchia di San Michele. Il programma prevede trac le altre cose la recita di alcune preghiere per tutti i bambini nel mondo.
Alle parrocchie, alle comunità religiose, alle scuole e alle aggregazioni laicali dei singoli Vicariati è affidato il compito di preparare un canto in lingua. Per il Vicariato di Fidenza un canto africano; per il Vicariato di Salsomaggiore Terme un canto in italiano; per il Vicariato della Bassa Piacentina un canto in inglese; per il Vicariato della Bassa Parmense un canto in spagnolo.
Al termine della s. Messa presieduta dal Vescovo Ovidio vi sarà un piccolo momento conviviale.

8xmille, una firma che fa bene al nostro territorio: il progetto della Diocesi “Casa Caritas”

“Casa Caritas” è un progetto che nasce da lontano e ha visto nel corso degli anni numerose e importanti opere di riqualificazione dell’immobile divenuto oggi sede di tanti servizi a favore delle persone più bisognose del territorio. Con lungimiranza, già nel 2019 il Vescovo di Fidenza mons. Ovidio Vezzoli, espresse il desiderio che il palazzo del “Cenacolo” fosse gestito dalla Fondazione “Mons. Giberti Onlus (Caritas)” di Fidenza con la specifica finalità di farne un centro di attività a sostegno delle persone bisognose. La Fondazione, tenendo fede a quella richiesta, nel corso degli ultimi anni ha riqualificato diverse aree dell’immobile a partire da quella più urgente: la mensa Caritas. In seguito sono stati rimessi a nuovo altri locali, tra cui la sala dedicata all’insegnamento della lingua italiana agli stranieri.

Nell’ultimo anno tutti gli sforzi si sono concentrati sul restauro dell’area abitativa, dedicata all’accoglienza di 12/14 persone in difficoltà: i lavori, durati qualche mese, sono terminati con l’inizio del 2024 e l’inaugurazione dei locali è avvenuta il 23 marzo scorso con la benedizione del Vescovo alla presenza delle autorità, dei volontari e dei benefattori.

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Ed è anche grazie al prezioso contributo dell’8xmille della Chiesa Cattolica che è stato possibile fare in modo che ciascuno possa sentirsi “a casa”.

Uno degli ospiti, Francesco, ha collaborato alla realizzazione delle opere di riqualificazione dando il proprio contributo nel tinteggio di alcune stanze: “E’ stata un’occasione per poter offrire il mio contributo, per dire grazie! Non scorderò mai quello che ha fatto la Caritas per me: mi ha teso una mano quando stavo per sprofondare, quando anche i miei familiari mi avevano ormai abbandonato”.
Diverse sono le storie incontrate in questi anni, simili a quella di Francesco: persone che hanno bisogno di trovare la motivazione per potersi rimettere in piedi e costruire qualcosa di buono.

“Casa Caritas” non è dunque solo un “luogo”, uno spazio dove trovare riparo, ma è incontro tra persone, culla di relazioni che fa nascere occasioni di scambio, dove ciascuno può essere valorizzato per ciò che è: solo così ognuno può ritrovare fiducia, amicizia, e forza necessarie per rimettere in moto vite spezzate.


Mario, che viveva solo, è stato accolto per tre settimane: ha ritrovato intorno a sè persone che lo hanno curato ed accompagnato a risolvere alcune delicate situazioni che poi gli hanno permesso di poter vivere in una casa popolare.
Mohamed, che ha vissuto per sei mesi in Caritas, sottolinea: “Di quel periodo ricordo la fatica nel trovare lavoro, soprattutto perchè non avevo un luogo fisso dove tornare: ogni giorno dovevo preoccuparmi di dove avrei dormito la notte seguente. Da quando invece mi è stato offerto un posto dove poter tornare la sera e vivere la mia quotidianità ho ritrovato la serenità e nel giro di poco tempo ho trovato un impiego e dopo qualche mese anche l’autonomia abitativa”.
Anche per i volontari si tratta di uno spazio di crescita personale e di arricchimento: i beneficiari non sono solo le persone che vengono accolte, ma tutti coloro che hanno la possibilità di abitare in questi luoghi. Antonella ricorda: “Con Fabrizio, quando era ospite qui, abbiamo costruito un bel rapporto; lo incontro spesso per le strade della città, siamo diventati amici e ogni volta ci fermiamo e scambiamo qualche parola per aggiornarci sulle nostre vite”.

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Non sempre però si riesce ad arrivare ad “un lieto fine”: ciò è innegabile ed è corretto farlo presente. A volte non si verifica quell’alchimia necessaria affinchè si possa riuscire ad accompagnare le persone ad una condizione migliore di quella in cui si trovavano: i limiti di risorse e di volontà, talvolta alcune lacune non permettono di raggiungere l’obiettivo.

Quello di cui siamo certi è che occorre continuare a credere nelle persone, dare a tutti una possibilità di riscatto, affinchè ciascuno abbia l’opportunità di rimettersi in gioco, indipendentemente dal suo passato. Casa Caritas vuole allora essere un’occasione offerta a tutti, perchè l’incontro con le persone ci faccia crescere sul terreno dell’accoglienza perchè l’aiuto sia tangibile.

Martina Pacini

 

 

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Veglia di Pentecoste

Sabato 18 maggio alle ore 20.30 in Cattedrale a Fidenza il vescovo Ovidio presiederà la solenne veglia di Pentecoste durante la quale sarà consegnato il Mandato agli educatori e agli animatori di grest e attività estive.
Pertanto sono invitati a partecipare alla celebrazione i cresimandi, i cresimati, i ragazzi del dopo-Cresima, gli adolescenti, i ragazzi, i giovani adulti. 
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